Cari lettori, intanto Buon Anno. Un augurio particolarmente caloroso a tutti quei genitori alle prese con l’organizzazione dell’ultimo minuto per stare con il proprio bambino.
Come sappiamo ormai bene, in mediazione familiare i genitori si organizzano su ogni aspetto che riguarda la vita dei loro bimbi, anche su quello delle vacanze Natalizie, Pasquali ed estive.
Spesso succede però che proprio in merito a questa organizzazione nascano difficoltà, disagi e conflitti e a farne le spese sono chiaramente i figli.
È molto importante parlarsi con chiarezza come genitori, rispettando la volontà ed i desideri dell’altro sia rispetto al proprio piano di ferie ipotizzato sia rispetto al tipo di vacanza e di attività da progettare per/con i figli.
La problematica che insorge con maggior frequenza, infatti, riguarda “quel tempo” in cui i figli stanno con l’altro genitore.
“Quel tempo” percepito come un tempo di assenza, di mancanza, di interrogativi, di paura per quel genitore che non ha con sè il minore e invece, “quel tempo” di controllo, di paura, di interrogativi e di dimostrazioni per l’altro genitore con cui in quel momento il figlio trascorre il “proprio Tempo”.
Si perché esiste anche il tempo del minore. Tornando a quello dei genitori, è un tempo ricco di sentimenti spesso comuni e che potrebbe diventare molto più sereno se tra di loro ci fosse davvero una comunicazione autentica e rispettosa, dando la priorità al benessere dei figli.
In mediazione come lavoriamo noi professionisti su “questo tempo”? Rinforziamo la fiducia ed il dialogo tra i genitori: la tranquillità “dell’altro” in quel tempo di assenza e di domande gioca un ruolo fondamentale.
Cosa succede infatti se mamma - nella maggior parte delle situazioni - quando il figlio va con il papà non si sente tranquilla? Sentimenti di insicurezza e di sfiducia si ripercuotono sul bambino con comportamenti disfunzionali, come, per esempio, telefonate assillanti in qualunque momento della giornata o interrogatori fiume al suo rientro.
Come possiamo evitare tutto questo? Ciascun genitore dovrebbe chiedersi per il benessere del proprio figlio: cosa posso fare per far stare tranquillo l’altro genitore, in modo che la sua serenità sia un riflesso positivo sulla vita di nostro figlio durante “quel tempo” in cui non lo vede e nel tempo poi del “suo rientro”?
Solo se ciascun genitore prova ad aiutare l’altro, la nuova organizzazione familiare potrà funzionare bene ed il bambino trovare un equilibrio nuovo per lui di riferimento nonostante il cambiamento.
Quindi, spesso, i genitori sono chiamati - e devono farlo - a chiudere un occhio….spesso anche due!
Saper sorvolare, saper concedere, saper rispettare il “tempo e lo spazio dell’altro genitore”, rassicurandolo al tempo stesso riguardo al proprio con il minore, sono capacità da implementare nella vicenda separativa, fase nella quale tanti vissuti sono tra loro a confronto e l’equilibrio è sempre delicato, complesso ed in perenne rimodulazione.
Proviamo, per nostro figlio, a stendere una mano al nostro ex compagno o alla nostra ex compagna che rimane comunque il padre o la madre di nostro figlio.
Lui ce lo chiede. Potrebbe essere un buon proposito per questo nuovo anno.
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