Sono Razzi di Pagano


Mai sottovalutarlo: se i suoi colleghi di Forza Italia vanno dicendo che se ne libereranno, lui predica il contrario


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
29/12/2017 alle ore 09:24

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Mai sottovalutare Antonio Razzi. I suoi colleghi di Forza Italia vanno dicendo a destra e a manca che, menomale e finalmente, per la prossima legislatura se ne libereranno. Ma lui, e chi lo ha ascoltato ieri all’Aquila, intervistato da Matilde Albani di LaQtv, non ne è per niente sicuro.

Spigliato, disinvolto, senza peli sulla lingua, persino sereno rispetto all’ipotesi di una non ricandidatura, il senatore Razzi ha presentato il suo libro “Un senatore possibile” e non si è sottratto alle domande più imbarazzanti, proprio per niente.

Per esempio: lui è a disposizione per le prossime elezioni.

“Se Berlusconi mi chiama io sono pronto, senza di me l’Abruzzo perderebbe un politico vero”, ha detto, facendo intendere che quello che doveva fare l’ha fatto, lui è qui e insomma, ha pure contribuito a fare conoscere la sua regione fuori dai confini.

E che fa se il coordinatore regionale Nazario Pagano lo snobba e non lo ha manco invitato alla cena di Natale:

“Io vado se mi invitano. E non sono stato invitato”.

“A quello (Pagano) non lo chiamo più neppure Cicciobello, perché proprio non lo chiamo”.

Della serie: non gli riconosco nessun ruolo. E poi la stoccata:

Io sono l’unico che versa i soldi al partito, circa 800 euro al mese, gli altri tutti debitori. Adesso, alla vigilia delle elezioni, e dopo la lettera di sollecito del partito, si stanno precipitando tutti a pagare. Sennò addio candidatura”.

E per finire, bastonata a Filippo Piccone che si è dimesso a una settimana dallo scioglimento delle Camere per far entrare il suo amico Massimo Verrecchia: così non si fa, lui no, non l’avrebbe mai fatto. E che diamine, per uno stipendio.

“Io potevo essere un ottimo ministro degli Esteri”, ha confessato con una punta di rammarico a Matilde Albani, e restando in tema ha annunciato che manderà uno scatolone con i suoi libri al suo amico, il dittatore nord-coreano Kim Jong-Un.

D’altronde tutto l’incasso sarà devoluto in beneficenza, anzi lui lo userà per acquistare gli inginocchiatoi per la chiesa di Giuliano Teatino, suo paese natale.

ps: per la verità ha detto “ginocchiere”: licenza poetica o magari pensa davvero a una fornitura per tutte le anziane del paese, chissà.

 

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