Beati gli invitati: gran pienone al desco dei forzisti abruzzesi


Cena di Natale pescarese per Fi: chi c'era e dove era seduto


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
20/12/2017 alle ore 08:31

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Le cene di Natale sono un termometro politico infallibile. Quella di lunedì sera al Parco dei Principi a Pescara, per esempio: la fotografia precisa di come buttano i sondaggi, di quello che accadrà, degli umori della pancia della regione. L’ha organizzata uno smagliante Nazario Pagano, coordinatore regionale di Forza Italia fino a poco tempo fa spesso triste e con le occhiaie fino al mento.

Nelle precedenti occasioni pochissimi ospiti, sedie vuote, tantissime defezioni. Invece lunedì sera gran pienone, circa 360 persone, e le poche assenze hanno tutte un loro perché. A riempire la sala avrà contribuito anche il parlamentare Fabrizio Di Stefano, storico trascinatore di folle (e di voti) che per il momento ostenta pace e armonia con Pagano, e staremo a vedere quanto durerà. Ma anche i sondaggi, che danno il centrodestra e Berlusconi in sorpasso e in Abruzzo addirittura in pole position: più seggi per tutti, e quindi tutti felici e contenti al banchetto paganiano, tutti riemersi da chissà quale anfratto, tutti vestiti a festa e pronti a sventolare di nuovo le bandiere.

Si sono rivisti Andrea Pastore e Angelo Faieta, un sorridentissimo Carlo Mascigià in odore di candidatura e non a caso l’unico assente illustre era Lorenzo Sospiri, che aspira anche lui e forse con qualche carta in più allo stesso seggio e quindi in rotta di collisione con Pagano, non c’era Alfredo Castiglione anche perché ormai si è perso il conto di quanti partiti abbia cambiato, e l’ex sindaco di Pescara Luigi Albore Masci, Emilio Nasuti di Lanciano. Assente, ma sembra giustificato perché a Milano, anche l’ex governatore Gianni Chiodi.

Ma non sono tanto i politici presenti a rappresentare un bruttissimo segnale di allarme per il centrosinistra e per Luciano D’Alfonso, quanto le festanti adesioni di imprenditori e figli di imprenditori che hanno ricevuto nomine e incarichi proprio sotto il governo in carica, oppure pronti ad applaudire, ad andare a braccetto, a elogiare e a ubbidire. No, ora il navigatore indica il cambio di direzione, e allora tutti giù per terra.

C’era Raffaele Bonanni, ex segretario generale della Cisl e molto vicino a D’Alfonso, seduto al tavolo presidenziale, c’era Antonella Ballone figlia del patron di Confindustria che con la Regione anima e core, Gianmarco Giovannellipresidente di Federalberghi, ma soprattutto i figli dell’imprenditore teatino Angelo De Cesare, molto ossequiosi con Bonanni, pronti al grande salto che più che un salto è un ritorno all’ovile (prima Forza Italia, poi sottobraccio a D’Alfonso, non disegnando i Cinquestelle).

I due De Cesare junior sono stati però dislocati nella sala di seconda classe: per loro tra gli ospiti d’onore non c’era posto.

ps: E insomma, se la cena di ieri sera rappresenta la fotografia di quello che accadrà alle prossime elezioni, non c’è da stare per niente tranquilli al posto del centrosinistra. Proprio per niente.

 

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