Polveri sottili e altri killer atmosferici: come stanno in salute le province d'Abruzzo?


Continuano a verificarsi superamenti dei valori limite giornalieri ma il quadro generale, nella regione, è in netto miglioramento


di Stefano Buda
Categoria: ABRUZZO
18/12/2017 alle ore 18:59

Tag correlati: #abruzzo#ambiente#impaginatoquotidiano#polverisottili

La qualità dell'aria si conferma fondamentale per la salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno, nel mondo, 3,7 milioni di decessi siano attribuibili all'inquinamento atmosferico. Un fenomeno che riguarda anche l'Europa, nonostante i progressi compiuti nella riduzione delle emissioni di origine industriale e da traffico veicolare.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stimato che in Italia, nel 2014, 50.550 morti premature siano riconducibili all’esposizione a lungo termine al particolato (PM2,5), 17.290 decessi all'esposizione al biossido di azoto (NO2) e altre 2.900 morti all'esposizione all’ozono. La qualità dell’aria, in particolare nei centri urbani, gioca dunque un ruolo decisivo. In tal senso, la lenta riduzione dei livelli di polveri sottili (PM10) e azoto, è il risultato della riduzione congiunta, che ha interessato l'Italia, delle emissioni di particolato primario e dei principali precursori del particolato secondario (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca). Anche in Abruzzo continuano a verificarsi superamenti dei valori limite giornalieri, ma il quadro generale, nella regione, è in netto miglioramento.

 

LE POLVERI SOTTILI IN ABRUZZO

Le polveri sottili possono essere paragonate ad un killer lento e silenzioso, essendo così piccole da essere inalate. Mano a mano si accumulano nel sistema respiratorio, con il rischio di provocare gravi danni alla salute umana. 

L'ultimo studio sulle città italiane inquinate, realizzato da Ispra e Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, mette in luce che nel 2016 il valore limite giornaliero di PM10 è stato superato in 33 aree urbane, in gran parte localizzate al Nord. Il maggior numero di superamenti giornalieri, lo scorso anno, si è registrato a Frosinone (85), mentre Pescara - la città più a rischio tra quelle abruzzesi - si piazza al 29° posto su 119 centri urbani campionati, con 36 superamenti dei limiti.

Un quadro non certo rassicurante, considerando che nel centro-sud Italia hanno fatto peggio soltanto Palermo, Napoli, Roma, Frosinone, Avellino, Benevento e Terni. Il trend è lievemente migliorato nei primi sei mesi 2017, che vedono Torino al primo posto, con 55 superamenti e Pescara sul 36° gradino, con 17 sforamenti.

I dati dell'Arta, aggiornati al 12 dicembre 2017, attestano a quota 26 il numero dei superamenti annuali, relativi ai valori delle polveri sottili, avvenuti nella città di Pescara, la maggior parte dei quali registrati dalle centraline posizionate in via Sacco (14) e via Firenze (7). Nel resto della provincia, si registra un solo sforamento nella città Montesilvano. La situazione è in netto miglioramento, visto che nello stesso periodo del 2016 si erano verificati 76 superamenti dei limiti a Pescara e 7 a Montesilvano.

Trend opposto in provincia di Chieti, dove gli ultimi rilevamenti sono stati effettuati il 10 dicembre scorso: dall'inizio del 2017, sono stati registrati 11 superamenti dei valori limite di PM10 ad Atessa, 6 superamenti a Chieti Scalo, 2 a Francavilla e 2 ad Ortona. Il quadro è decisamente peggiorato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, quando vennero registrati soltanto 6 superamenti a Chieti Scalo, 3 ad Atessa, uno a Francavilla ed uno ad Ortona.

Peggiora il quadro anche nella città di Teramo dove, a fronte dei soli 3 superamenti dei limiti osservati dal primo gennaio al 14 dicembre 2016, nello stesso arco temporale dell'anno in corso si segnalano 12 sforamenti delle soglie di polveri sottili.

Nessun superamento dei limiti, infine, è stato osservato nel 2017 a L'Aquila, dove invece, nello periodo del 2016, si registrarono 8 sforamenti.

 

PARTICOLATO E DIOSSIDO DI AZOTO

Il particolato (PM 2,5) oggi è considerato l'inquinante di maggiore impatto nelle aree urbane ed è composto da tutte quelle particelle solide e liquide disperse nell'atmosfera, mentre il biossido di azoto (NO2) è un forte irritante delle vie aeree, le cui principali sorgenti sono i gas di scarico degli autoveicoli, le centrali termoelettriche, gli impianti di riscaldamento, le cucine a gas, le stufe e il fumo di tabacco. Su entrambi i fronti la situazione, in Abruzzo, appare più rassicurante rispetto a quella relativa alle polveri sottili.

In provincia di Pescara, nel 2017, si è registrato soltanto un superamento dei limiti relativi alle emissioni di particolato e nessun superamento dei valori per quanto concerne il biossido di azoto. Lo scorso anno, invece, si erano verificati 7 sforamenti di PM 2,5 a Pescara e 2 a Montesilvano, oltre ad un superamento della soglia del biossido di azoto a Pescara.

A Chieti nessun superamento dei limiti, in entrambi i casi, con riferimento al 2017, mentre l'anno prima si erano verificati un superamento a Chieti Scalo e uno a Francavilla, unicamente in relazione alle soglie di particolato.

Nessun superamento dei limiti, negli ultimi due anni, nelle province di L'Aquila e Teramo, sia per il particolato che per il biossido di azoto.

 

IL VERDE COME ANTIDOTO

Il principale antidoto, contro gli effetti nefasti prodotti dalle sostanze inquinanti, è rappresentato dalla presenza di verde nei centri urbani. Parchi, terreni e colline, invece, troppo spesso in Italia sono soffocati dalla cementificazione indiscriminata.

Con riferimento all'Abruzzo, sulla base dello studio realizzato dal Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente, emerge un quadro estremamente diversificato: da una parte le aree interne della regione, che ospitano città ancora vivibili e caratterizzate da una diffusa presenza di verde, dall'altra l'area metropolitana costiera, dove spiccano livelli elevatissimi di consumo del suolo.

L'analisi compiuta dal Sistema Nazionale di Protezione dell'Ambiente prende in esame il valore percentuale del suolo consumato riferito all’intera superficie comunale.

Analizzando i dati del 2016, si osserva che i valori più alti, superiori al 50%, riguardano i comuni di Torino (65,7%), Napoli (62,5%), Milano (57,3%) e Pescara (51,1%), che si piazza al quarto posto nazionale. Un primato non certo invidiabile.

Anche Chieti, con il 20,7% di suolo consumato, è sulla scia della città adriatica, seppure con percentuali molto più contenute. Invidiabile, infine, l'ecosistema urbano di L'Aquila e Teramo: il capoluogo abruzzese presenta appena il 5,8% di suolo consumato, mentre Teramo evidenzia valori lievemente superiori (9,8%).

La città di Pescara, però, prova a restituire vivibilità e ossigeno al proprio tessuto urbano, destinando a verde pubblico il 13,5% del territorio comunale, anche grazie alla disponibilità di aree protette, che ammontano a 38,3 metri quadri per abitante.

Cifre di gran lunga superiori a quelle delle altre città abruzzesi: il verde pubblico, a Chieti e a Teramo si ferma infatti allo 0,6%, mentre a L'Aquila non va oltre lo 0,4%. C'è da considerare, però, che in particolare Teramo e L'Aquila, sono inserite in contesti naturali medio montani caratterizzati da una diffusa presenza di verde.

Anche per questo, complice il maltempo, nel 2016 il territorio del comune di Teramo è stato interessato da 253 frane, quello dell'Aquila da 138 frane e quello di Chieti da 161 frane. Nella città di Pescara, invece, sono state censite soltanto 13 frane, avvenute nelle zone collinari.

 

twitter@ImpaginatoTw