Continua il virus delle giunte abruzzesi che cadono. Dopo Teramo ecco Canistro


Chieste dimissioni al sindaco Di Paolo, lui dice no. Come se non bastassero le sorgenti inutilizzate da 2 anni...


di Patrizia Pennella
Categoria: ABRUZZO
11/12/2017 alle ore 17:20

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I fari della politica regionale, per il momento bassi e soffusi su quelle che saranno le grandi manovre in vista delle elezioni politiche della prossima primavera, si alzano sulle "grane" delle amministrazioni comunali che, tutto sommato, finiranno per influenzare le grandi manovre.

Certamente non saranno assimilati senza far danni i veleni che hanno attraversato il centrodestra portando, a Teramo, alle dimissioni del sindaco Maurizio Brucchi.

 

VIRUS COMMISSARIAMENTO?

Atmosfera acida e una situazione di seria difficoltà si respirano a Silvi, commissariata prima dell'estate, sempre per le dimissioni dei consiglieri comunali: un'estate sottotono per una cittadina balneare che ha nel turismo la sua ricchezza e un autunno passato a districare vecchi e nuovi disservizi. Dal Teramano si passa in Valle Roveto: le acque agitate sono quelle di Canistro, e non sono acque da due soldi.

Il problema che l'amministrazione si trova ad affrontare, ormai da più di un anno, è quello del passaggio di mano delle sorgenti da cui nasce l'acqua che, ancora, tutti conoscono con il nome di Santa Croce, quella che sgorga dalla sorgente Sponga.

A colpi di carte bollate quella sorgente è passata, qualche mese fa, nelle mani della Norda della famiglia Pessina: sembrava dovesse essere il momento della svolta, ma così non è stato. Se da un lato continua la lotta con il passato, leggi Camillo Colella, patron della Colella holding, che non ne vuol sapere di mollare la presa, dall'altro è cominciato il confronto anche con i nuovi gestori, ancora alle prese con i primi passi di un percorso nel quale già si intravedono difficoltà e forzature.

Con passaggi su cui la Regione, che ha espletato l'asta per l'affidamento, non vuole scendere a compromessi.

Tirando una linea sotto una vicenda che, una carta bollata dopo l'altra, dura ormai da troppo tempo, il risultato al momento è uno: una settantina di lavoratori in strada dopo la chiusura dello stabilimento. I rapporti con la vecchia proprietà disastrosamente deteriorati e quella con la nuova praticamente inesistenti.

 

CHI HA IL CERINO IN MANO?

E se la Regione tenta di tenere la barra dritta sulle procedure, con il cerino in mano è rimasto il sindaco, Angelo Di Paolo, contro cui l'opposizione spara richieste di dimissioni ad altezza uomo.

Lui resiste, sostenuto dalla maggioranza, ma, oltre all'acqua minerale, gli piovono in testa arresti e chiusure di strutture di proprietà di suoi familiari. Tanto da rendere gli ultimi mesi più simili a una battaglia campale che a un lavoro amministrativo.

Così succede che, a fine settembre, dall'ufficio del Giudice per le Indagini Preliminare di Avezzano esce un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari che raggiunge una piccola pattuglia di amministratori abruzzesi, roba di appalti truccati. Tra loro c'è Paolo Di Pietro, che di Canistro è stato vicesindaco nella precedente Giunta, per diventare consigliere di maggioranza nell'attuale amministrazione. Nulla viene ipotizzato nei confronti di Di Paolo, ma tutti ricordano che Di Pietro era un componente del suo staff quando era assessore e consigliere regionale.

 

NAS PESCARA

Nessuna macchia, ma il fastidio c'è. Passa poco tempo e ci pensa il Nas di Pescara a far aprire i fuochi. A fine ottobre, mentre vengono revocati gli arresti domiciliari a Di Pietro, che però dovrà restare per un anno lontano dai pubblici uffici, sulla testa di Angelo Di Paolo arriva un'altra tegola. I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni fanno chiudere la struttura ricettiva che fa riferimento alla moglie del sindaco: secondo i controlli effettuati non avrebbe le giuste autorizzazioni per erogare i servizi che effettivamente fornisce alle persone anziane.

Orlando Coco, consigliere comunale di opposizione di Canistro prende la palla al balzo e avvia la prima di più richieste di dimissioni nei confronti del Sindaco: "Se è vero che la legge non prevede una incompatibilità di cariche, oggi è evidente che esiste una grave violazione in termini di correttezza e opportunità", sostiene.

 

TUTTO L'ITER

Un anno fa proprio Coco aveva fatto una richiesta di accesso agli atti riguardo ad un provvedimento con cui la società della moglie di Di Paolo "sarebbe risultata autorizzata o meno allo svolgimento del servizio agli anziani, al fine di accertare eventuali cause d’incompatibilità del sindaco".

Nessuna risposta. "Oggi si scopre che nessuna autorizzazione fu emessa. Ma questo non stupisce - afferma Coco, che si chiede - Come può un sindaco e/o suoi familiari aver gestito e possedere una struttura erogante servizi così importanti ad un’utenza fragile e debole senza possedere le autorizzazioni necessarie, che lo stesso sindaco avrebbe dovuto fornire, cosa veramente paradossale perché il controllore dovrebbe controllare sé stesso? Gli anziani hanno bisogno di cure e attenzioni che non possono essere lasciate alla buona volontà di lavoratori; hanno diritto, loro e le loro famiglie a servizi sicuri ed affidabili come garantiti dalla normativa di cui il nostro Sindaco si è altamente infischiato avendo, se non incompatibilità, un grave conflitto di inopportunità".

E' su questa base che Coco chiede "con determinazione, visto che per motivi presumibilmente prettamente personali il sindaco non ha svolto diligentemente il proprio compito, che egli rassegni immediatamente le proprie dimissioni".

 

“INOPPORTUNA”

Per Di Paolo si tratta di una richiesta inopportuna e non supportata da alcun fondamento giuridico, intanto perché il funzionamento della struttura è stato autorizzato come alberghiero poi perché "la società Arco Srl non è partecipata dal Comune di Canistro, non riceve contributi o qualsivoglia beneficio, né dal Comune di Canistro, né dalla Asl territorialmente competente, né da altro ente sottoposto ai controllo del Comune di Canistro". Quindi "nessun conflitto di interesse".

Sotto tutto questo continua a scorrere il problema acqua. Perchè la Norda a Canistro deve realizzare un nuovo stabilimento, visto che quello esistente è di proprietà di Colella, e su questa operazione deve investire bei soldi. L'assegnazione del bando è avvenuta a maggio, ma l'azienda dei Pessina sta affrontando proprio in questi giorni la questione della localizzazione dell'impianto, con la scelta dei terreni.

Un passaggio non facile. Giovedì scorso c'è stato un nuovo sopralluogo, ma serviranno altri incontri anche se, come afferma l'assessore al lavoro Ugo Buffone: "Entro Natale dovrebbe arrivare il progetto". Una volta decisa la localizzazione si dovrà ovviamente capire come acquisire i terreni.

Intanto tra Norda e Regione si è aperto un contenzioso sulla procedura da seguire: l'azienda a avviato una verifica di assoggettabilità, più "leggera" della Via. Ma di questo passaggio in Regione non vogliono sentire parlare, per cui si parte con nuove carte bollate.

Dal Tar ha avuto ragione Colella, invece, per quanto riguarda la sorgente Fiuggino. Tra gli applausi dei consiglieri di opposizione: "A nostro avviso questo giudizio del Tar Abruzzo è molto positivo - dicono  i consiglieri Angelo Mariani, Orlando Coco e Giuseppe Pio - per diversi motivi: sia perchè ci sarebbe la ripresa nel nostro paese dell’imbottigliamento dell’acqua, sia perchè riaprirebbe uno stabilimento all’avanguardia costruito con soldi pubblici, di tutti noi cittadini. Ma poi ciò comporterebbe anche la ricomparsa del marchio Santa Croce sui mercati nazionali con un ritorno d’immagine per il paese, la creazioni di nuovi posti di lavoro, un nuovo slancio all’economia di Canistro da molto tempo in ginocchio e anche introiti nelle casse comunali con riduzione delle tasse ai cittadini e recupero del vecchio stabilimento abbandonato in zona Cotardo”.

 

DIMISSIONI

L'occasione è di nuovo buona per chiedere le dimissioni di Di Paolo: "A distanza di due anni questi amministratori ci hanno regalato due stabilimenti chiusi, aumento delle tasse e più di 70 operai senza lavoro. Senza contare poi l’acqua che si spreca nel fiume con zero introiti per le casse comunali e regionali. Chi restituirà questi soldi? Il nuovo stabilimento non lo riusciranno a fare perchè ci sono pochi terreni e i cittadini non li cederanno. Abbiamo rinnovato la nostra sfiducia al sindaco Di Paolo e alla sua maggioranza”.

Per Buffone le cose andranno diversamente, anche dal punto di vista politico ritiene che quella delle opposizioni sia stata "una sortita senza nessuna possibilità di successo” .

 

NO PROBLEM

Di Paolo da parte sua rivendica l'impegno che sta mettendo per superare tutti gli ostacoli. E di colpe non ne vuol sentire parlare: "Stiamo lavorando con la Regione per risolvere i vari problemi che si stanno presentando e arrivare alla costruzione del nuovo stabilimento. Non è semplice perché le procedure sono lunghe e farraginose".

Ma una volta realizzato lo stabilimento l'economia del territorio cambierà. Almeno la speranza è quella. Ma di sorprese questa storia non è mai stata avara: vediamo quale sarà la prossima.

 

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