Trecento euro in meno in busta paga rispetto ad altri corpi. Per questo i Vigili del Fuoco protestano e scioperano. Il problema è uno e uno solo: dopo un'estate vissuta a ritmi incendiari folli, come ricordiamo bene in Abruzzo sul Morrone, è altrettanto folle non riconoscere ai Vigili del Fuoco ciò che meritano.
Anzi, possibilmente di più. Alla faccia di chi vorrebbe mandare in pensione la gente a 67 anni.
E pazienza se la spending review morde incessantemente le caviglie di Pantalone, i soldi per chi ci mette braccia e occhi per combattere gli incendi bisogna trovarli. E anche alla svelta.
Dove? Facilissimo. Pescando in quel buco nero di fondi, poteri, commistioni, sprechi e vergognose prebende che si chiama Regioni. Attenzione però: non è questo un manifesto antiregionalistico, ma alzi la mano chi non si è accorto che la moltplicazione della burocrazia e delle deficienze italiche ha trovato la summa proprio nelle Regioni dello stivale.
Partecipate, fondi fuori bilancio, prestiti, feste e processioni costate milioni, impianti puntualmente realizzati e poi cascati in malora: il ministro per gli affari regionali, che qualche battutista del passato ha ribattezzato “per la coesione terroritoriale” (che in Italia è dura da realizzare), dovrebbe fare proprio questo.
Cerchiare in rosso gli sprechi, prendere quei soldi (come ad esempio i 400mila euro per un campetto di provincia) e investirli nelle emergenze vere.
Come appunto chi combatte il fuoco e protegge i nostri boschi.
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