In effetti ci vuole un bel coraggio a definirlo un albero di Natale quello in centro a Lanciano, in piazza Plebiscito per la precisione. La coraggiosa amministrazione comunale ha optato per un “albero” che definire alternativo è un “ci piace vincere facile”.
Realizzato con bancali rigorosamente in legno, rigorosamente usati, rigorosamente tristi. A pensarla così, bocciando a suon di battute e gruppi social ” anti bancali” l’addobbo lancianese per il Natale 2017, ne leggiamo un numero crescente di cittadini di ora in ora.
Enorme, marroncino, tozzo e di rosso illuminato il “lignumverba” impera alla fine dello struscio lancianese attirando, al momento, solo selfie (da postare sui gruppi critici) e scolaresche protagoniste di lezioni sulla “reinterpretazione dei simboli” tenute da chi l’alberone in bancali l’ha ideato, proposto, realizzato e difeso da subito.
Un addobbo che divide la città del Miracolo eucaristico: quasi come ai tempi del Mastrogiurato si rivaleggiano scudi di “cattivi, bigotti e bastian contrari” (come vengono bollati i denigratori), contro spade di “audaci, creativi, emozionanti, futuristi” (ossia i promotori difensori).
E se qualcuno si spinge addirittura a scomodare l’arte contemporanea parlando di “termometro delle emozioni alle stelle” c’è da dire che la cosa certa è che del super bancalone alberone se ne sta parlando eccome, ben oltre (grazie al tam tam social) i confini lancianesi.
Lungi da noi spingerci in disquisizioni alte, o lasciarci andare al puro gusto dell’occhio, ma una cosa ce la dovete passare cari lancianesi “coraggiosi”: non vi siete inventati nulla perchè una “cosa” simile la fanno coi libri da decenni in molte biblioteche provinciali (vedi quella di Pescara). L’effetto è simile, la rigidità pure ma almeno è più chiaro, rassicurante e vissuto il colpo d’occhio finale nonchè il messaggio.
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