Un anno di silenzio, dopo un ricorso al Tar e dopo una serie di assicurazioni e promesse. Un anno di silenzio di fronte alla richiesta di riequilibrio dei fondi destinati alle strutture residenziali di assistenza, tra aree interne e costa. Un anno di silenzio interrotto solo da vaghe promesse.
Risultato, la minaccia di tagli ai posti di lavoro alla Rsa Villa Dorotea dell'Aquila ora tanto minaccia non è più: è qualcosa di molto più concreto.
CHE SUCCEDE?
La coop Help Donna non ce la fa più a sostenere i costi della struttura e le difficoltà hanno anche creato qualche divergenza di vedute tra il presidente Alfonso Piccinini ed Enrico Vittorini, proprietario del Presidio ospedaliero Villa Letizia, di cui la Rsa fa parte.
Resta il fatto che il vero nodo della questione sono i tagli di budget effettuati dalla Regione ai quali non è mai stato messo riparo. In attesa di una sentenza del Tar che ancora non arriva: d'altra parte è cosa nota che tempi d'impresa e tempi della giustizia in genere non coincidono.
"Ma il problema - sottolinea seccamente Enrico Vittorini - poteva essere risolto dalla Regione. L'assessore alla Sanità Paolucci ci aveva garantito che avrebbe ripristinato il budget, ma al momento è tutto in stand by".
ALLARME
Il primo allarme, in verità, è esattamente di un anno fa, quando due esponenti di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Chiara Mancinelli e Michele Malafoglia, denunciarono, sollecitati da alcuni dipendenti, la "crisi prospettica" ma in realtà già in atto, nella struttura di Scoppito: "A causa delle scelte scellerate della Regione Abruzzo, sono a rischio posti di lavoro nella sanità privata aquilana".
Era il 28 novembre 2016 quando, con il documento, fu ribadita la differenza di trattamento tra le aziende della costa e quelle delle aree interne: "I posti letto della riabilitazione 'valgono' meno della metà di quelli di Pescara, Chieti e Teramo" e la crisi "è acuita dagli ultimi tagli apportati al budget".
"Tale circostanza - proseguono Mancinelli e Malafoglia - sta determinando un'insostenibilità dei costi che potrebbe portare a tagli di personale, in particolare alla residenza sanitaria Villa Dorotea, come rappresentato da alcuni lavoratori. Senza contare che, essendo sottostimato il fabbisogno effettivo di prestazioni, gli aquilani spesso sono costretti a spostarsi altrove, con un saldo di mobilità passiva per la Asl di circa 3 milioni di euro".
Sì perché poi il problema è che chi ha necessità è destinato, a volte, a fare le valige e ad arrivare fino a Casoli, ad esempio. E per molte famiglie anche questo può costituire un problema.
L'allarme, dunque c'era già stato, anche perché dai conti effettuati è venuto fuori, come sottolinea lo stesso Vittorini che la quota pro capite destinata alle strutture della costa, che oscilla tra i 40 e i 45 euro, è nettamente superiore a quella riservata alla sanità aquilana (intesa come intera provincia) che si attesta sui 26-27 euro.
"E' uno sbilanciamento forte - secondo Vittorini - e nessuno si chiede come facciano le aziende ad andare avanti".
CGIL
Help Donna ha retto un anno, senza fare tagli, per una scelta precisa, ma i dipendenti hanno dovuto affrontare un ritardo negli stipendi di settembre e ottobre a cui si aggiunge, ora, l'incertezza vera sul futuro. La coop ha tenuto anche più del dovuto e adesso certamente passerà la mano.
La preoccupazione dei dipendenti è stata raccolta nei giorni scorsi dalla Fp Cgil provinciale dell'Aquila. Il segretario provinciale, Francesco Marrelli ricorda in un documento “ che parliamo di persone che percepiscono mediamente retribuzioni di circa 1000 euro mensili e che ad oggi anche quelle somme non vengono erogate, generando un clima di incertezza anche per le prospettive future in lavoratori che in questi anni hanno maturato un elevato livello di capacità professionali a servizio della collettività”.
“In riferimento al cambio di appalto - continua Marrelli - è utile ricordare che le norme contrattuali e di legge contemplano la clausola di salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e salariali e un confronto con le organizzazioni sindacali tempestivo rispetto al passaggio del personale. Anche tale condizione continua a generare confusione non avendo i lavoratori evidenza concreta del cambio di gestione della struttura Villa Dorotea, che in questo territorio occupa circa 70 lavoratori impegnati nell’erogazione di servizi assistenziali e riabilitativi in regime di ricovero sia convenzionato che privato”.
Il sindacato ha già chiesto un incontro alla proprietà per avere chiarezza sul percorso che si profila per i dipendenti.
VITTORINI
Enrico Vittorini rilancia la palla nella metà campo della politica: "Con i tagli ci troviamo di fronte, in provincia dell'aquila, a uno sbilanciamento di sette milioni di euro, sono 150-200 posti di lavoro, e non è poco. Abbiamo retto un anno e adesso purtroppo sta arrivando il momento in cui dovremo assumerci la responsabilità di decisioni interne che sono anche impopolari. Lo ripeto, questo è un problema che dovrebbe risolvere la Regione".
Villa Dorotea opera su 120 posti letto, dei quali 40 sono per prestazioni di riabilitazione residenziale intensiva, e 80 per residenziale estensiva. Offre anche assistenza semiresidenziale a pazienti bisognosi di riabilitazione.
Per il territorio resta un punto di riferimento importante dal punto di vista assistenziale, oltre che occupazionale, e quella che si vive, ormai da un anno, è un'incertezza che pesa.
"La realtà è che non siamo difesi come territorio - afferma Vittorini - ed è ora che si cominci davvero a farlo. Io ho interesse a tenere in piedi un'azienda e a mantenerla florida. Certo non mi fa piacere pensare a un Natale incerto per i lavoratori. E L'Aquila non merita questo, soprattutto in un momento così delicato. Si pensa alla ricostruzione, ma non si pensa che bisogna riportare le persone in città e questo è possibile solo attraverso l'occupazione. Per questo continuo a dire che ci vuole un budget proporzionato alle esigenze. Quello che ho preso dalla sanità lo ho investito sul territorio, in strutture e in occupazione. Oggi L'Aquila, anche se in molti non vogliono vederlo, ha una sanità competitiva.".
Resta il problema immediato comunque: "Siamo alla guerra tra poveri - conclude Vittorini - mentre percorrendo strade intermedie si potrebbe lavorare serenamente. Con benefici per assistenza e occupazione. Per il territorio".
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