Caso Berlusconi, legge Severino ed election day: la versione di Di Stefano


Il deputato abruzzese: "Una tempistica di questo genere è fatta per evitare la candidatura del presidente"


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
23/11/2017 alle ore 20:37

Tag correlati: #berlusconi#distefano#forzaitalia#impaginatoquotidiano

“Una tempistica di questo genere è fatta per evitare la candidatura del presidente Berlusconi”. Così il deputato abruzzese Fabrizio Di Stefano commenta con ImpaginatoQuotidiano la vicenda Berlusconi e il suo ricorso alla Corte europea di Strasburgo.

E'altrettanto chiaro, aggiunge, che c'è un'ultima carta da giocare, che è quella della sospensiva. Ma sul caso c'è l'ombra dell'accanimento: “Mi sembra assurdo quello che è successo ed è assurdo anche come molti quotidiani, molta carta stampata (e non solo quella), abbiano dato un giudizio su questa vicenda – riflette - . Perché qui non si tratta di dire se un condannato può essere candidato o meno, qui si tratta di un cittadino che, al di là del giudizio su una dubbia condanna, comunque non ha più nessuna pendenza in merito al presunto reato di evasione”.

 

E ricorda che si tratta del Lodo Mondadori, cioè di una vicenda che, con tutti i dubbi e i legittimi sospetti del caso al momento del giudizio, risale a 20 anni fa: “Mi pare che ci sia stato un pronunciamento della Severino, di una legge contestatissima, di una legge che di fatto dà alla maggioranza del Parlamento potere assoluto, senza possibilità di appello. In buona sostanza il Parlamento si sostituisce al Tribunale ed è chiaro quindi che se il Parlamento in quel momento specifico ha una certa maggioranza, il giudizio va da un lato, se tra due mesi andiamo alle urne e cambia la maggioranza il giudizio andrà dal lato opposto”.

Un passaggio che secondo Di Stefano dà la misura della “sciagurataggine di questa legge per come è stata impostata e gestita: così il giudizio ha natura politica e non giuridica”. Il ricorso è giusto e sacrosanto, sottolinea e sarà vinto dal presidente Berlusconi. “Ma mi sembra ingiustificabile prendere 6/8 mesi per dare un responso a questo giudizio”.

Ecco il punto: il tempo, che è anche quello che manca alle prossime politiche. Forza Italia preferirebbe votare a maggio invece che a marzo? L'eventualità di maggio, aggiunge, non è data solo dal fatto che ci potrebbe essere la sospensiva, “questo è marginale”. Ma piuttosto dal fatto che sta per iniziare una stagione di elezioni, una dopo l'altra: “Ricordo che ci sono le politiche, ci sono le regionali delle prime due regioni in termini di popolazione (Lombardia e Lazio) più altre regioni minori (Molise e Friuli Venezia Giulia) e poi le amministrative di numerosi comuni. Allora un unico election day porterebbe ad un risparmio considerevole di risorse, risparmio che in un momento come questo in cui l'Europa ci chiede dei sacrifici, va assolutamente tenuto presente. Buttare 500 milioni di euro per fare in 3 mesi 3 elezioni credo che sia veramente una scempiaggine. Come se non bastasse, chiamare alle urne ripetutamente i cittadini, abbasserà anche il quorum di partecipazione”.

E qui entra in gioco il front man del partito: sarà Tajani il candidato premier? E quanto influirebbe un Berlusconi non candidato? Tajani è sicuramente “un uomo di grande spessore, spessore riconosciuto anche a livello internazionale altrimenti non avrebbe avuto tale riconoscimento da diventare presidente del Parlamento europeo”.

Indipendentemente da Berlusconi, “noi crediamo che sia un candidato che a livello italiano non ha, né nel Centro Destra né nel Centro Sinistra un competitor di tale livello, soprattutto dal momento in cui sappiamo quanto conti il rapporto europeo e quanto siamo deboli a livello europeo”.

Tuttavia, precisa Di Stefano, è giusto che siano le urne a stabilire all'interno di quale partito della coalizione debba essere individuato il candidato premier. “Aspettiamo di vedere quale partito vince”.

 

twitter@ImpaginatoTw