Ecco perchè la scommessa elettorale di Silvio Berlusconi sarà sui "dormienti"


Da Vespa ha detto: "Credere, obbedire, combattere è il mio motto". Non scherzava affatto. Né l'ha buttata lì a caso



Berlusconi sa che sono milioni gli elettori "dormienti". Quelli, cioè, che hanno già votato almeno una volta per Forza Italia o per altra formazione del centrodestra. Quelli che, delusi e magari pure nauseati da un personale politico non sempre lindo e non sempre all'altezza, si sono rifugiati nell'astensionismo o hanno deciso di gonfiare le vele del grillismo. Berlusconi lo sa.

E, infatti, ai "dormienti" si è già rivolto e si rivolge in questi primi squilli della campagna elettorale che verrà. È pensando a loro che, planando in Sicilia, ha duramente attaccato i Cinquestelle accusandoli di essere un'accozzaglia di incapaci e incolti.

È ancora pensando a loro che s'è tolto lo sfizio - nel salotto di Bruno Vespa - di citare una delle frasi più celebri di Mussolini: "Credere, obbedire, combattere è il mio motto" ha detto. Non scherzava affatto il Cavaliere. Né l'ha buttata lì a caso. È stato un segnale chiaro ad uno spicchio preciso della legione di "dormienti". Un modo per risvegliarne l'attenzione. Perchè è vero che la competizione si vince al centro, ma è altrettanto vero che il collasso della destra politica ha lasciato milioni di orfani -oltre 6 milioni e mezzo se vogliamo essere precisi-, quelli che portarono la fu Alleanza Nazionale, alle politiche del 1996, al 15,7 per cento.

Berlusconi lo sa. E sa pure che per i tanti avviliti, per quelli stufi e persino per chi non ci crede più, è l'economia la questione centrale. Col corollario di pensioni, immigrazione e di sicurezza. E nient'altro. E anche qui, lui sa quali tasti sollecitare. E a sua discolpa - per quello che avrebbe potuto essere e non è stato - può sempre tornare a battere sul refrain dei poteri forti che si accanirono contro e dei diversi tradimenti subiti.

In queste ore, sicuramente, gongola il Cavaliere. Gongola perchè guarda all'America di Donald Trump che sta per approvare la più grande sforbiciata fiscale della sua storia. Anzi, si frega già le mani, pensando e ripensando alla sua idea di Flat Tax, al taglio draconiano delle tasse per le imprese e per il ceto medio da lui proposto anche qui in Italia e che sarà, perciò, il cuore pulsante della sua campagna elettorale.

Da grande uomo di televisione, se potesse, imposterebbe addirittura la competizione su slogan tipo: "più soldi per tutti". Fregandosene bellamente degli ululati di superficialità e irresponsabilità che gli pioverebbero addosso. Anche perchè all'obiezione sull'impossibilità di un analogo taglio causa enormità del nostro debito pubblico sarebbe facilissimo rispondere ricordando che gli Usa di debito pubblico ne hanno almeno dieci volte tanto.

D'accordo, alla fine Berlusconi sceglierà una via più soft. Ma, il nocciolo della sua campagna rimarrà per intero. Perchè c'è bisogno di trasmettere ai "dormienti", e a tutti gli altri, speranza e ottimismo. Unico ossigeno di cui gli italiani, comunque la pensino, sentono oggi davvero il bisogno.

 

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