Nel delicato e complesso percorso di riqualificazione e rivitalizzazione economica del centro storico dell'Aquila, devastato dal terremoto del 2009, il Pd finanzia i 'benestanti'. Sembra essere questo, infatti, il senso del bando 'Fare centro', con la prima fase di valutazione delle domande che si è conclusa nei giorni scorsi, presentata in pompa magna dal Governo regionale di centrosinistra.
Il Bando Fare Centro come esempio di malagestione del denaro pubblico da parte del Pd abruzzese? Ovvero: professionisti affermati e storiche famiglie benestanti dopo aver visto ricostruito il proprio palazzo con grande profitto, inteso nell'aumento di valore del patrimonio immobiliare, ricevono ora anche migliaia di euro per trasferire in centro in quegli stessi palazzi la propria attività. Un controsenso perché fatto con denaro pubblico. E senza alcun criterio di reddito. Lecito chiedersi: perché non si costituisce un comitato per discutere il tema dinanzi alla Corte dei Conti?
La graduatoria degli ammessi al finanziamento disegna una sorta di mappa del potere del capoluogo. Tanto spazio ai professionisti, quelli della città 'bene' e delle famiglie storiche, ma non mancano i commercianti, che pure compaiono nell'elenco, con le loro attività. Da più parti fioccano le critiche, come quelle relative ai criteri di ammissione, e molti si chiedono perché non sia stato privilegiato chi è in condizioni di maggiore difficoltà economica.
IL BANDO
Il bando Fare Centro - 12 milioni di euro derivanti dal 4% dei fondi per la ricostruzione 2009 - si sviluppa su tre linee. La Linea A, 7,2 milioni di euro, prevede interventi finalizzati al rientro o al riavvio delle attività già presenti, alla data del 6 aprile 2009, nel centro storico dell'Aquila e nelle frazioni, o negli altri comuni del cratere sismico (attività interrotta o sospesa a seguito del sisma). La linea B, 3,6 milioni, riguarda, invece, interventi per favorire l'avvio di nuove attività e lo sviluppo di quelle avviate dopo il 6 aprile 2009 nelle aree ammissibili: realtà che, a differenza di quanto previsto nella linea A, non erano presenti nelle aree in questione al momento del terremoto.
La linea C, 1,2 milioni di euro, riguarda, infine, le micro, piccole e medie imprese che, al 6 aprile 2009, erano già presenti nelle aree interessate dai progetti di riqualificazione e che intendano avviare la ricollocazione, riconversione o ristrutturazione della propria attività. La dotazione finanziaria complessiva per il biennio 2017-2018 è pari a 12 milioni di euro, di cui cinque per il 2017.
LE DOMANDE
Per quanto riguarda la Linea A sono state ritenute idonee 150 domande su 188 sottoposte a verifica. Quattro le istanze giudicate idonee con riserva e 34 quelle escluse. Del totale, 51 sono attività libero professionali, 28 quelle di ristorazione, bar e gelaterie, 25 di commercio al dettaglio, 17 di servizi, sette di servizi alla persona, quattro alberghiere, cinque imprese edili, tre di ristorazione ambulante, tre associazioni di categoria, due ordini di categoria, due produzioni artigianali, due servizi di credito alle imprese, due servizi assicurativi e finanziari.
Delle 151 attività, 133 sono a L'Aquila, cinque a Popoli, due a Colledara, due a Navelli, una a Montorio al Vomano, una a Ovindoli, una a Penna Sant’Andrea, una a Rocca di cambio, una a Scoppito, una a Barisciano, una a Castel del Monte, una a Bussi sul Tirino. E' attualmente in corso l'istruttoria della linea B per la verifica di 527 domande. Ciò che emerge scorrendo la graduatoria è la presenza di tanti professionisti, che delineano la mappa del potere aquilano.
MAPPA DEL POTERE
Il contributo più consistente, 170.189 euro, va al dentista Bruno D'Onofrio, conosciutissimo in città anche per il suo passato da rugbista. C'è poi il commercialista Roberto Marotta, consiglere Bper, a cui vanno 67.604 euro. O il notaio Federico Magnante Trecco, uno dei più conosciuti notai dell'Aquila (45.717 euro). Ci sono, ancora, lo studio Comunico di Stefano Panella, che ha curato la comunicazione per il sindaco De Angelis (39.285) e il commercialista Igino Desiati, che per il suo studio ottiene un contributo di 32.485 euro. Ci sono anche le sorelle della Rettrice Inverardi.
Numerosi gli avvocati: c'è Carlo Benedetti, ex presidente del Consiglio comunale (26.911 euro), Rodolfo Ludovici, altro noto legale della città (23.664 euro), Vincenzo Santucci (22.367), Fausto Corti, candidato alle scorse elezioni col Movimento 5 Stelle (21.536 euro), Francesco Carli (20.078), Fabrizio Foglietti, (13.730 euro) e lo studio legale Bellisari Cobianchi (10.065 euro). Ammessi al finanziamento anche il noto odontoiatra Valter Aloisi e l'ingegnere Amedeo Ximenes.
COMMERCIO
Tra le attività commerciali, ve ne sono alcune tra le più storiche della città. E' il caso della Cantina del boss (48.646 euro), storico locale del centro cittadino, tra i primi a tornare e a riaprire insieme al Caffè Fratelli Nurzia, anch'esso ammesso a finanziamento (38.604). Ma c'è anche il più conosciuto negozio di scarpe dell'Aquila, Mazzitti Leather (19.207 euro). E, poi, ancora: il ristorante La Quintana di Fabio Climastone (27.489 euro), la nota enoteca Il Dragoncello (51.948 euro), la Locanda Aquilana da Lincosta (63.351 euro), la pasticceria di Tullio Manieri (15.649 euro), il bar Tropical, storico punto di aggregazione alle spalle del Comune (155.154 euro), il Forno storico cavaliere Giulio Placidi (60.282), la conosciutissima boutique Manzi (73.174 euro), il noto centro estetico e salone del parrucchiere Fabrizio Vasi (29.389 euro), lo studio di fotografia di Roberto Grillo (19.822 euro), l'agenzia assicurativa di Generai Le.La.S. snc (66.306 euro), la Farmacia Moderna, importante attività del centro (52.743), l'agenzia immobiliare Urban (59.285), la casa editrice One Group, nota per le tante iniziative che raccontano il territorio (52.847 euro). Nella lista compare anche l'Istituto suore zelatrici del Sacro Cuore 'Ferrari', in cui sono passate generazioni di aquilani (142.857).
Non mancano gli esclusi illustri, come il notaio Franca Fanti o l'attività La Luna Disco Import, storico negozio del centro cittadino. Una mancata ammissione che ora porta tutti a chiedersi perché.
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