Tutti i "casi" industriali d'Abruzzo: vertenze, investimenti, promesse e scenari


Piccole e micro imprese arrancano o, al più, ristagnano: spicca la cyber security di Leonardo



Farmaci e motori. Non potrebbero essere più diversi i comparti che, pur con qualche nuvola passeggera, spostano sul bel tempo la lancetta del barometro dell'economia abruzzese. Che in una situazione congiunturale ancora impantanata nella crisi non si può certo dire serena.

Il Pil d'Abruzzo, dice lo Svimez, segna ancora un -0,2%, che bello non è, mentre gli occupati crescono dello 0,5 e l'esportazione vola al più 9,7% ma ...

Ma resta un sistema produttivo che ancora non riesce a far quadrare i conti, un sistema a due velocità in cui la grande e media impresa, con i suoi insediamenti, riesce a mantenere ora un discreto passo di marcia, mentre piccole e micro imprese arrancano o, al più, ristagnano. Soffrono la stretta creditizia e il rapporto con una pubblica amministrazione ancora troppo lenta nel saldare i sui debiti.

 

L'AUTOMOTIVE VIAGGIA A MARCE ALTE

Non è un caso, d'altra parte, che sia la Sevel a muovere il 10% del Pil abruzzese . La casa del Ducato è leader in Europa nel trasporto leggero. 6.500 dipendenti, ha raggiunto lo scorso anno il picco di produzione con 290.400 furgoni usciti dal montaggio, con proiezioni, a fine 2017, per un ulteriore aumento.

Sevel è la stella polare di un sistema di indotto territoriale che fa muovere produzione non solo in Val di Sangro, ma anche nel Teramano e nell'area peligna.

Eppure in estate qualche timore, per la prima azienda d'Abruzzo c'è stato, con la possibilità che Fca cedesse alle lusinghe cinesi. Lo stop ufficiale di Marchionne chiude la porta, per ora, a questi timori. Ne lascia però aperti altri, quelli legati al raggiungimento della capacità massima di produzione dell'azienda, stimata in 300.000 veicoli.

Attenzione e monitoraggio, invece, sulla Magneti Marelli (600 dipendenti nello stabilimento di Sulmona), in vista del progetto di dismissione che Fca ha annunciato per il 2018. Dopo gli investimenti recenti l'attenzione massima è per l'unico grande stabilimento che oggi resta sul territorio della Valle Peligna.

Il richiamo arriva forte dalla Fiom-Cgil: lo stabilimento di Sulmona lavora prevalentemente per Sevel e, al di là della matrice Fca, il destino strategico delle due aziende resta fortemente connesso.

Chi ha ripreso a viaggiare bene è la Denso di San Salvo, 1.040 dipendenti: investimenti e commesse (particolarmente incisivo quello di Bmw per 700mila motorini di avviamento ogni anno) allontanano l'azienda giapponese dal periodo più difficile. Di fatto si raccolgono i frutti di un piano di rinnovamento avviato quattro anni fa, all'interno del quale è stata avviata anche la produzione dei condizionatori.

Sulla ricerca e l'innovazione spinge forte anche l'altra azienda del Vastese, la Pilkington, 2000 dipendenti, produzione vetro per automobili ma non solo. Meno di un mese fa la Giunta regionale ha approvato una delibera stanzia 300.000 euro sul bilancio 2018 quale quota di cofinanziamento per un progetto di ricerca dell'azienda su parabrezza a realtà aumentata.

"Un risultato importante - sottolinea il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli - che consente di potenziare nel futuro le attività e le prospettive industriali di una azienda di grande valore tecnologico e produttivo". 

Novantamila motoveicoli in produzione, su tutti gli altri SH, PCX e Forza, in cima alle vendite in tutta Europa. E' questo uno dei numeri di un'altra azienda leader in Val di Sangro, la Honda di Atessa.

I momenti difficili sembrano passati anche nell'unico stabilimento italiano della casa giapponese e per i suoi circa quattrocento dipendenti: in aprile è stata festeggiata la milionesima moto uscita dal montaggio e nel mercato europeo il prodotto occupa spazi importanti.

In un quadro che offre più di un elemento a favore della ripresa (anche occupazionale, seppur, in genere, con contratti a termine) è la vertenza Honeywell a creare forti preoccupazioni: 420 posti di lavoro a rischio, lunghi giorni di sciopero per una struttura che, per stessa ammissione dell'azienda, è una delle migliori.

Eppure di fatto è stata avviata una procedura di "copia" dello stabilimento per procedere allo spostamento in altra sede: è la vertenza più difficile, insieme a quella dell'Hatria di Teramo, che ora ci si trova ad affrontare sul territorio, per stessa ammissione di Lolli, che ha la delega alle attività produttive.

 

EMERGENZA AMMORTIZZATORI SOCIALI

Il segretario regionale della Fiom sottolinea che “è la Sevel a trainare tutta l’economia abruzzese”. E aggiunge che “ci sono comunque aziende importanti, come LFoundry che si stanno riposizionando sul mercato, negli ultimi tempi ci sono stati acquisti di aziende da parte di gruppi cinesi e giapponesi”. La crisi, però – osserva il segretario – non è finita e molte aziende hanno esaurito o stanno esaurendo gli ammortizzatori sociali. “Il problema serio è che ora, in un momento in cui bisogna sostenere le aziende proprio con gli ammortizzatori sociali, le nuove leggi non consentono queste operazioni. La riforma di tali strumenti è arrivata nel momento più sbagliato”.

 

LA SALUTE E' IL VERO BUSINESS

Polo chimico farmaceutico dell'aquilano, prodotti per la salute nel pescarese. Quello della produzione di medicinali comparto che tira l'economia regionale: in totale 2.305 addetti a L’Aquila, con presenze di multinazionali come la francese Sanofi (350 occupati) e la Dompè (250 dipendenti), che ha di recente avviato un progetto di ampliamento dello stabilimento.

Proprio la Dompè ha acquisito, negli ultimi mesi, un ramo d'azienda della Bracco e, successivamente, ha avviato la procedura per la commercializzazione del collirio per il trattamento della cheratite neurotrofica, il cosiddetto "collirio Montalcini", in quanto derivato dalla molecole per la quale la scienziata italiana nel 1986 è stata insignita del premio Nobel per la Medicina.

Il polo farmaceutico dovrebbe diventare, insieme a quello spaziale e per le nuove tecnologie, il cuore produttivo per il territorio aquilano, chiamato a nuove scommesse dopo il terremoto del 2009.

Alfa Wassermann ha ad Alanno il cuore tecnologico del gruppo: dalle linee di produzione escono anche farmaci o prodotti automedicali di altri marchi. Lo stabilimento ha una superficie utile di oltre 16.000 mq, suddivisa in 11 reparti dislocati su 7 blocchi di edifici..

Ma è anche Fater il colosso che vola sul territorio, specializzata in produzione di prodotti per la persona e candeggine rappresenta un punto fermo nel sistema industriale dell'area metropolitana: lo scorso anno ha acquistato uno stabilimento a Spoltore che si aggiunge a quello di San Giovanni Teatino e al centro direzionale progettato da Massimiliano Fuksas. 1400 i dipendenti complessivi nelle diverse strutture.

A Teramo è la Facta il caposaldo del settore, che rafforza la sua presenza soprattutto sul mercato internazionale.

 

TRA SATELLITI E NUOVE TECNOLOGIE

Qualche preoccupazione c'è, ma il distretto dell'aerospaziale aquilano continua a mantenere il suo altissimo livello tecnologico. Nello stabilimento di Thales Alenia Space, azienda del gruppo Leonardo Finmeccanica,  lavorano circa 260 persone, ricercatori e tecnici specializzati.

L'azienda ha lavorato sempre, per lo più, su commesse statali che da qualche tempo sono in diminuzione: il portafogli per il prossimo biennio è magro, tanto da far ipotizzare anche il ricorso alla cassa integrazione.

E' questa la ragione per cui si è arrivati alla scelta di partecipare anche a bandi privati. E non solo in Italia.

Dalla solidità di Thales, d'altra parte, dipende anche quella di aziende locali ad altissima specializzazione del distretto aquilano, come la HiTech.

Il gruppo proprio nel luglio scorso ha inaugurato a Campo di Pile il nuovo stabilimento della Selex, aerospaziale e sicurezza, 181 dipendenti che dopo otto anni tornano a lavorare in uno spazio proprio dopo essere stati in affitto nei locali del Polo elettronico. La struttura è costata circa otto milioni di euro, metà dei quali erogati dalla Regione attraverso un bando europeo.

Altri 160 dipendenti la Selex li ha nel centro d'eccellenza per la cyber security di Chieti: protetto dalle mura dello stabilimento c'è uno dei supercalcolatori più potenti del mondo, pilastro nell'analisi e nella difesa da attacchi informatici.

Anche le prospettive dei 1600 dipendenti di LFoundry ad Avezzano, dopo il passaggio della maggioranza delle quote ai cinesi di Smic, sembrano migliorate, dopo una parentesi davvero complicata in cui sembrava che lo stabilimento dovesse perdere molte delle sue risorse.

 

NON C'E' LAVORO SENZA RICERCA

Centonove vertenze in tre anni e mezzo, alcune andate bene, altre meno. La fotografia dell'Abruzzo regione industriale così come la legge il vicepresidente Lolli, con delega alle attività produttive, è tridimensionale e, soprattutto, dinamica. Tridimensionale perché per un'analisi esatta è necessario lavorare su diversi livelli (che non sono solo quelli della dimensione delle imprese, ma anche quelli della collocazione nel panorama complessivo) dinamica perché al di là della crisi ancora in atto, c'è la necessità di muoversi per pianificare il futuro per poter cogliere a pieno il momento della possibile ripresa.

"L'Abruzzo è una regione fortemente industrializzata - sottolinea Lolli- molto più di quanto gli abruzzesi possono sospettare. E la situazione delle imprese è differenziata e articolata. Il sistema sta andando molto bene soprattutto per chi opera sui mercati internazionali e si tratta di aziende che stanno anche investendo molto".

Scontato associare questo sistema all'automotive, ma non solo. Lolli sottolinea anche il ruolo di aziende agroalimentari, come la Valagro in Val di Sangro, ma c'è anche Amadori, a Mosciano Sant'Angelo, e la Lazzaroni che sta raddoppiando lo stabilimento di Isola del Gran Sasso.

I problemi sono invece più acuti nel tessile e nel design: "Abbiamo superato problemi importanti - aggiunge - che continuiamo a monitorare, come Brioni. C'è alle porte un investimento di Calzedonia e Golden Lady su Basciano ha effettuato un resharing importante".

Ma è sulla ricerca che la Regione vuole spingere con maggiori investimenti e in settori che, proprio sul mercato internazionale, mostrano una certa vivacità. Automotive, dunque, con space economy, chimico-farmaceutico, salute e igiene personale.

E per questo la crisi Honeywell è una spina nel fianco: "Un'azienda che sta nel sistema automotive e ha un numero rilevante di prodotti innovativi non si capisce perché debba essere destinata a chiudere". Raggiunto l'accordo con la Dayco, c'è all'orizzonte anche un investimento da parte della Burgo.

"Sarà anche la space economy a fare investimenti importanti - sottolinea - con Thales e Selex e saranno, come per il chimico-farmaceutico, tutti investimenti in ricerca. Guardiamo anche alla sperimentazione del 5G all'Aquila. E' vero che gli investimenti in ricerca nell'immediato non danno grandi numeri, ma bisogna farli. Perché le vere ricadute si determineranno a livello ambientale, con la possibilità di far sorgere nuove attività. Di far crescere i rapporti con le università e le altre istituzioni del territorio".

 

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