Perché quello di Salvini (e della Lega senza la parola Nord) è un grande azzardo


Umberto Bossi, che il fiuto l'ha sempre avuto, glielo ha già detto a brutto muso: "Stai facendo una cazzata!"


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
30/10/2017 alle ore 16:07

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E' un azzardo quello di Salvini. Azzardo rivestito di ambiguità. Che, in politica come nella vita paga, a volte. Altre no. L'azzardo del leader leghista è, in verità, doppio: togliere la parola Nord dal simbolo della Lega e inserirci il suo cognome; lanciare un messaggio per il futuro a Grillo affinché il Cavaliere intenda e lo benedica. L'ambiguità invece è solo una. Ma è decisiva. Perché è tutta nelle finalità della Lega che - come spiegato dal numero due Giorgetti - non cambiano e non sono cancellate, ma accantonate. Per ora.

Salvini s'è convinto (l'hanno convinto?) a giocare in prima persona, a tentare la scalata a Palazzo Chigi in assenza di veri concorrenti a destra e nella (quasi) certezza che Silvio Berlusconi non sia né proponibile né disponibile. Se i rivali sono Renzi e Di Maio, si può fare.

Ma per farlo ha necessità di dare respiro nazionale al suo partito, di parlare a tutta l'Italia e non solo alle valli e ai produttori della "Padania". Ci sta provando da tempo. In Sicilia, ad esempio, i risultati sono scadenti. Cosicché il rischio è tosto: snaturarsi al Nord senza crescere al Sud. Umberto Bossi, che il fiuto l'ha sempre avuto, glielo ha già detto a brutto muso: "Stai facendo una cazzata!".

Salvini fa spallucce e prova a sparigliare con l'offerta di dialogo ai Cinque Stelle, ma deve stare attento. Molto attento. Intanto perché Berlusconi pare determinato, se non a competere, sicuramente ad assemblare una coalizione in grado di vincere. E già altri, forse con più stoffa di Salvini, ne hanno misurato la tigna. Poi, appunto, per l'ambiguità della proposta leghista.

"La secessione non è politicamente attuale" ha spiegato il suo plenipotenziario Giorgetti. Ciò significa che l'idea di rompere l'unità nazionale rimane ben leggibile anche nello Statuto della Lega non più nord. Solo che per adesso non se ne parla. Un argomento che gli getteranno fra i piedi. Pur così ridotta, del resto, è difficile far dimenticare che per l'Italia hanno combattuto e versato sangue in tanti, mentre per il lombardo-veneto non l'ha fatto nessuno, se si eccettua Radetzky. L'azzardo di Salvini necessita perciò di decisioni conseguenti. E nette.

Altrimenti rischia di compromettere lo zoccolo duro del Nord senza conquistare né Centro né Sud. E risvegliarsi, infine, marginale: come un Alfano qualunque.

 

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