Fischi, anche un “vaffa” sgarbato e una gran fetta del Pd che ha deciso di ignorare la discesa del Segretario democrat. Non è stato un bagno di folla per l'ex premier alle prese col caso Visco, capace con la mozione made in Boschi di far reagire persino il Colle (di oggi e di ieri) oltre che tutto il fronte politico, compreso l'ex ministro Tremonti che dal Corriere della Sera lo ha accusato pesantemente.
A San Salvo è arrivato il segretario del Partito Democratico ma il programma che prevedeva il primo appuntamento alla stazione dove erano pronti i pentastellati e i lavoratori del Cotir per una manifestazione di protesta, all’ultimo momento è stato stravolto. Renzi ha deciso di raggiungere lo stabilimento Pilkington in auto: a Piane Sant’Angelo dove si è svolto l’incontro con i lavoratori hanno potuto partecipare in pochi, ingresso interdetto ai giornalisti.
Pochissimi sulla lista i nomi dei rappresentanti del Partito Democratico: Luciano D’Alfonso, Giovanni Lolli, Silvio Paolucci, Camillo D’Alessandro, Francesco Menna, Chiara Zappalorto, Gianni Cordisco, Gianfranco Basterebbe e Antonio Boschetti. Escluso dal cerchio magico, non era sulla lista, il nome di un altro segretario, quello regionale, Marco Rapino, che è riuscito ad entrare solo dopo aver atteso l’autorizzazione di qualcuno che ne ha permesso l’ingresso.
Fuori dall’azienda diversi rappresentanti del Movimento Cinque stelle hanno protestato a gran voce contro l’ex premier. Alla Pilkington Renzi ha incontrato una piccola delegazione della Honeywell di Atessa a cui ha promesso di trovare una soluzione alla vicenda. Subito dopo ha raggiunto la stazione di Vasto – San Salvo dove ad attenderlo c’erano alcuni sindaci del vastese e diversi consiglieri e assessori del suo partito.
Tra gli assenti Maria Amato probabilmente impegnata a Roma con i lavori della Camera. La visita dell’ex premier si è conclusa con la partenza verso Termoli. Un evento, la partenza di un treno nella stazione di Vasto San Salvo, dove ormai i convogli sono solo in transito. Certo una idea coraggiosa, coraggiosissima quella di incontrare i lavoratori che in un Italia che si dice ripresa e che probabilmente lo è, non vedono alcun riverbero di tale processo di sviluppo economico sulla busta paga, sulla sicurezza dei posti di lavori, sul futuro delle liquidazioni o tantomeno dei trattamenti pensionistici.
Ma il dato secco che emerge dalla visita è la spaccatura del Pd: Teramo, Chieti, Vasto, anche la stessa Aquila hanno dei ristagni di contrapposizione, a Renzi e quindi al suo uomo in Regione: quel Governatore che, ottenuta la benedizione per una candidatura, ora dovrà trovare la forza di convincere cittadini e imprese. E non sarà facile.
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