sabato 06 dicembre 2025
sabato 06 dicembre 2025
Si è svolta questa mattina, sabato 6 dicembre 2025, al Piccolo Teatro dello Scalo di Chieti, la presentazione del libro Riflessi dell’Anima di Italo Radoccia. L’evento, organizzato da Marco Di Paolo con il supporto dell’associazione culturale “Il Canovaccio”, ha registrato una grande partecipazione e un’attenzione sincera da parte del pubblico, che ha seguito con coinvolgimento ogni momento della mattinata. Radoccia, magistrato da ventisei anni con esperienza sia nelle funzioni requirenti che giudicanti, ha condiviso la profondità del suo percorso poetico, mostrando come la sua scrittura nasca da un lungo cammino interiore e culturale.
Il professore Americo Carissimo ha aperto l’incontro con un ampio excursus sul senso della poesia, descrivendola come una forza magnetica in grado di riportare l’essere umano a sé stesso, restituendo ordine e verità alle emozioni. Ha evidenziato come Radoccia non utilizzi i versi come un semplice artificio formale, ma ponga la sua poesia in continuità con la grande tradizione letteraria italiana, richiamando modelli classici che vanno da Dante a Leopardi. Secondo Carissimo, Radoccia non scrive soltanto poesia: prima la vive, la attraversa e la comprende fino a farla diventare visione.
Intervistato sul palco, l’autore ha raccontato che la sua ispirazione “viene da lontano”, frutto di anni di letture, meditazioni e ascolto del mondo. Ha spiegato che la sua ambizione è riportare la poesia tra le persone comuni, tra chi non è accademico o specialista, ma che nei versi può ritrovare un dialogo con la propria interiorità. Per Radoccia, poesia e musica rappresentano la forma più alta di comunicazione tra anime, un ponte attraverso cui ricostruire socialità, sensibilità e umanità. In un’epoca dominata da linguaggi rapidi e superficiali, il suo invito è a recuperare il valore della lentezza e della profondità, restituendo alla cultura umanistica quel ruolo essenziale che dovrebbe essere alla base della nostra civiltà.
Il confronto si è ampliato toccando anche il tema dell’umanesimo e del rapporto con la giustizia. Radoccia ha manifestato il desiderio di riportare la cultura umanistica all’interno dell’attività giudiziaria, ricordando come un tempo cultura giuridica e umanistica fossero unite e come solo recuperando questo legame si possa aspirare a una giustizia più umana e illuminata. Ha parlato di una società che rischia di perdere la centralità dell’uomo e della necessità di invertire questa tendenza attraverso la cultura e la consapevolezza.
Il dibattito si è poi acceso sulla questione della separazione delle carriere nella magistratura. Forte anche della sua esperienza nell’antimafia, Radoccia ha dichiarato che si tratta di due mestieri diversi e, proprio per questo, devono essere distinti per garantire al giudice una piena libertà di valutazione, senza alcun condizionamento. Ha però sottolineato che la riforma, pur necessaria, non sarà sufficiente da sola a risolvere le difficoltà che i cittadini vivono quotidianamente nel rapporto con la giustizia, indicando la necessità di un cambiamento culturale più profondo.
A chiudere l’evento è stato l’intervento del tenore Andrea Piazza, che ha regalato un momento di grande intensità emotiva eseguendo una lettura interpretata di una poesia e intonando poi la celebre lirica di Gabriele D’Annunzio A vucchella. La sua voce ha avvolto la sala, fondendo parola poetica e musica in un’unica vibrazione che ha toccato il pubblico.
La presentazione di Riflessi dell’Anima ha lasciato un’impressione forte e duratura: un incontro che non si è limitato a esplorare un libro, ma che ha offerto una riflessione più ampia sulla poesia, sulla giustizia, sulla cultura e sulla necessità di ritrovare un nuovo umanesimo condiviso. Un evento che ha parlato al cuore dei presenti, proprio come la poesia che Italo Radoccia desidera riportare al centro della vita civile.
