*Balorda Nostalgia, Singolo pubblicato il 12 febbraio 2025.
Testi di Federico Olivieri, musiche di Federico Olivieri, Julien Boverod e Pierfrancesco Pasini.
Sanremo è finito, ma il sipario non è mai davvero calato. I riflettori si sono semplicemente spostati: dai palchi all’infinito feed dei social, dove la critica musicale è democratica… anzi, automatica.
Olly ha vinto, ma la sua vittoria è ancora in discussione, non tanto per il giudizio artistico, quanto per il chiacchiericcio che lo circonda. E mentre lui prende tempo per confermare (o meno) la sua partecipazione all’Eurovision, il dibattito si infiamma.
C’è chi dice che non vuole affrontare la pressione, chi sospetta che dietro ci siano strategie discografiche, chi invece alimenta teorie da spy-story: “La vittoria è stata comprata!”, “Tutto già deciso!”, “Sanremo è un circo, non più un festival!”. La verità? Poco importa. Nel tribunale dei social, le sentenze si emettono in tempo reale, senza diritto d’appello.
Quando la polemica sembrava aver trovato il suo bersaglio, ecco il colpo di scena: Rose Villain canta con il microfono al contrario. Stop. Riavvolgiamo il nastro. Una scena che in qualsiasi altro contesto si sarebbe risolta con una risata, diventa la miccia per una nuova esplosione di commenti: “Che imbarazzo!”, “Manco sa tenere un microfono!”, “La professionalità questa sconosciuta!”. I social si scatenano, il sarcasmo scorre a fiumi. Ma in quanti sanno davvero cosa significhi esibirsi su un palco di quella portata?
E poi arriva la beffa, il paradosso finale. Tra un’accusa di vittoria truccata e un meme su microfoni ribelli, la canzone più usata nelle storie Instagram post-Sanremo è proprio Balorda Nostalgia di Olly. Sì, la stessa canzone che la sera prima in tanti davano per “indegna”, “dimenticabile”, “imbarazzante”. Un classico: prima si spara a zero, poi si canticchia distrattamente, e alla fine si mette in loop. Perché le opinioni sui social vanno e vengono, ma i ritornelli restano.
E così, come ogni anno, la musica passa in secondo piano. Perché sui social tutti si sentono critici musicali, tutti esperti di marketing discografico, tutti pronti a smascherare chissà quale complotto. Peccato che in pochi conoscano davvero il panorama musicale, le logiche dei festival, il lavoro che si nasconde dietro ogni esibizione. Ma alla fine, importa davvero? Basta un commento pungente, qualche like, ed è fatta.
Finché un giorno, senza neanche accorgersene, proprio chi gridava allo scandalo si ritroverà a canticchiare Balorda Nostalgia. Ed è in quel momento che il sipario si chiude davvero.