Gran Sasso, altro che prove: la sorgente radioattiva è stata già acquistata in Russia. Così Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso che chiama in causa direttamente la Regione Abruzzo: “non pervenuta”.
Secondo gli attivisti è sufficiente consultare le slide dei ricercatori che presentano il progetto SOX ai loro colleghi per verificare che la sonda è in produzione perchè ordinata definitivamente a dicembre 2016, prima della "prova" di trasporto. Nelle due slide fatte a marzo e giugno 2017, con le parti evidenziate in rosso Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso sottolinea che vi è anche l'indicazione sulla prova di trasporto da svolgere, per poi finire con l'annuncio dell'avvio dell'esperimento nei primi mesi del 2018.
“I Laboratori del Gran Sasso evitino, quindi, di continuare con le pantomime che magari possono trarre in inganno qualche sprovveduto o chi non legge le carte. Già sul trasporto ha cercato di minimizzare quando il documento poi pubblicato da Primadanoi era chiarissimo citando la norma UN2913 che fa riferimento a materiale irraggiato (ad esempio, un contenitore che ha già trasportato sorgenti radioattive)”.
E si dicono allibiti nel leggere le dichiarazioni del Direttore dei laboratori Ragazzi su Il Centro ("è soltanto la primissima di una serie di verifiche, procedure, autorizzazioni, per cui se esistono condizioni di sicurezza adeguate, si fa, altrimenti no.") “che cercano in qualche modo di sostenere che è qualcosa di futuribile”, anche perché, aggiungono, persino il cilindro di tungsteno è stato già prodotto nel 2015.
Sarebbe quindi tutto pianificato per trasformare l'Abruzzo e il cuore del Gran Sasso “in un set del film con il Dottor Stranamore”. Ma quali i rischi potenziali? La zona è fortemente sismica, e un eventuale terremoto produrrebbe dislocazioni di metri come accaduto sul Vettore. Si aggiunga che il Gran Sasso è la riserva dell'acqua degli abruzzesi.
Ed ecco l'attacco alla Giunta D'Alfonso: “Sconvolgente è il silenzio della Regione Abruzzo. Sapeva dell'esperimento? Per questo non voleva mettere in discussione le sostanze presenti nei Laboratori? Per questo non ha voluto nessun rappresentante di associazioni e cittadini nel gruppo di lavoro per il protocollo sull'acqua, magari per evitare domande scomode, alla faccia della Convenzione di Aarhus?”
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