C'è una certa fibrillazione tra i dirigenti regionali di Forza Italia. Sembra che da Roma, pardon da Arcore, l'Abruzzo sia stato inserito tra le Regioni da osservare in modo speciale. Il motivo?
Nessuno sa con certezza se direttamente proporzionale alla condotta dei vertici, o alle scelte che dovranno (a breve) essere fatte per le politiche e quindi per le regionali, o allo scarso appeal nei confronti di quella nuova fetta dell'elettorato (giovani, animalisti e imprenditori) che il Presidente Silvio Berlusconi ha messo nel mirino con, ad esempio, iniziative di vario genere tra cui il movimento animalista della Brambilla.
(ECCO LA SCHEDA SU COSA SI MUOVE IN NOMI E CORRENTI DELLA COALIZIONE IN ABRUZZO)
Il Rosatellum infatti dovrebbe prevedere il 36% di parlamentari eletti con l'uninominale in coalizione e il 64% con il proporzionale, ragion per cui l'operazione “liste sorelle” è già stata battezzata dal Presidente in persona.
Fatto sta che in cima all'agenda delle cose da fare (e da svecchiare?) nell'inner circle forzista c'è una pagina intera dedicata all'Abruzzo, corredata da nomi, correnti, curricula e destini.
Certo, non va sottovalutato anche il fatto che dei deputati eletti nel 2013 c'è rimasto il solo Fabrizio Di Stefano (dato candidato al Senato): Tancredi e Piccone nel frattempo si sono alfanizzati, al netto dei movimenti tellurici che nelle prossime settimane la nuova guida di Ncd, Maurizio Lupi, deciderà di mettere in piedi.
Ragion per cui il coordinatore regionale, Nazario Pagano, starebbe pensando di correre ai ripari ri-avviando una stagione di tesseramenti. Lecito chiedersi: potrà essere sufficiente questo tentativo in extremis a fermare un processo che, in molti, danno già per avviato?
E ancora: in che modo si potranno intercettare i desiderata dei vertici forzisti nazionali senza dimenticare che, allo stato dei fatti e con il gradimento del governatore in discesa, il partito un tempo al vertice del Paese potrebbe correre (per vincere) alle prossime regionali?
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