Frementi e silenti


Così sulla Catalogna stanno la Lega di Salvini e la sinistra "progressista" in tutte le sue declinazioni



Frementi e silenti. Così sulla Catalogna stanno la Lega di Salvini e la sinistra "progressista" in tutte le sue declinazioni. Pezzi consistenti di campi avversi guardano a quel che accade nella regione iberica e tacciono. Sembrerebbe quasi che trattengano il respiro per non manifestare lo sdegno.

Una sorta di riproposizione politica di quella mitica pubblicità del pelato col Gatto Silvestro protagonista: oh, no... sulla Catalogna non si può! E, certo, che non si può. Non è possibile lucrare né è perciò possibile manifestare. Almeno pubblicamente.

Salvini si sarà morso le mani. Un'occasione così ghiotta quando mai potrà ricapitargli. L'autodeterminazione dei popoli, la libertà di decidere e quel sempre vivo mito di Braveheart che infiamma i cuori leghisti: niente da fare, silenzio!

Troppo spinosa la questione. Meglio virare sui referendum di Lombardia e Veneto dove sono tutti d'accordo (o quasi). Perché troppi problemi si creerebbero con gli alleati sulla secessione catalana. Non solo con la Meloni. O con la nazionalista e cen-tra-li-sti-ssi-ma Marine Le Pen.

Ma con lo stesso Berlusconi, che pure se ne è inventata sempre una più del diavolo in materia di coalizioni. Ecco, il Cavaliere non avrebbe margini di manovra se la Lega si schierasse apertamente con Barcellona. Col Ppe a pressare per l'intangibilità della Spagna e con Antonio Tajani a presiedere l'Europarlamento sarebbe stato un bel problema se Salvini avesse optato per il sostegno chiaro e rumoroso agli indipendentisti catalani. Perciò zitti, seppur frementi.

E il bello è che la stessa cosa accade a sinistra. Pensateci un po': l'avreste mai detto che, con centinaia di migliaia di persone in piazza a Barcellona a gridare in catalano "democràcia-democràcia", con la polizia mandata da Madrid in assetto antisommossa cui -per giunta- scappa il freno e manganella, nessuna piazza d'Italia avrebbe visto una manifestazione della sinistra? Nè di quella antagonista né dei centri sociali. E neppure di quella impersonata dalla Boldrini o da Pisapia o da Bersani o da chi altri di quel caravanserraglio.

No, niente. Nessuna iniziativa pubblica e nessuna manifestazione a sostegno dei "compagni" catalani. Neppure uno striminzito sciopero sindacale o scolastico o universitario s'è visto. Silenzio tombale. Perché? Perché anche la sinistra spagnola balbetta, perché Podemos balbetta, perché il potente Pse europeo monitora; perché poi qui in Italia c'è altro a cui pensare, c'è ancora da trovare e siglare accordi per le politiche e per i seggi spettanti (quelli certi); e perché, forse, oramai è chiaro che a sinistra la protesta a favore dell'autodeterminazione non paga.

E così, come sopra: frementi e silenti.

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