L'iniziativa merita attenzione e conforto. In un mini tour tra cantieri, alcuni giovani laureati italiani che vivono in Stati Uniti, Sud Africa, Sudamerica e Australia, hanno visitato l'Abruzzo per fare il punto su ricostruzione ed edilizia.
Si chiama "Officina L'Aquila", la manifestazione promossa e organizzata da Ance Abruzzo, insieme ad Ance L'Aquila, Ance Chieti, Ance Pescara, Ance Teramo e Carsa Srl, per contribuire alla buona pratica della ricostruzione aquilana attivando un dibattito con esperti italiani in tema di edilizia, restauro, riqualificazione urbana e turismo.
Gli abruzzesi di terza e quarta generazione, quindi, sono andati spasso per cantieri regionali (come nella sede della Cassa di Risparmio dell'Aquila o nel Palazzo Carli-Porcinari) al fine di osservare, capire e magari offrire qualche spunto.
'Cantieri aperti' ha registrato mille richieste di accreditamento: un segnale che va ascoltato e interpretato. Ma solo un punto di partenza e non di arrivo. Poter usufruire del know how professionale e curriculare, accanto alla sensibilità che questi studenti hanno nei confronti delle loro origini abruzzesi, deve essere trasformato in una freccia all'arco della politica.
Tradotto in azioni concrete, vuol dire stimolare il governo nazionale a tenere fede alle promesse, sostenere il nuovo commissario alla ricostruzione De Micheli nei procedimenti e nelle verifiche che si appresta a fare, bypassare la pachidermica burocrazia italiana che si abbatte sulla pelle di chi alla ricostruzione guarda come un'oasi nel deserto.
Solo allora la politica (regionale) potrà dirsi davvero ligia con i compiti (a casa) fatti per bene.
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