Il Predellino di Salvini: la nuova rincorsa da San Giovanni a Chigi?


Lessico e strategia: Matteo e la crisi agostana alle spalle. Ora c'è il destracentro


di Francesco De Palo
Categoria: Editoriale
19/10/2019 alle ore 18:14



Che Lega nasce dopo Piazza San Giovanni, in cui Matteo Salvini fa la sua arringa contro Governo e sinistre? Come sta proseguendo il secondo tempo dell'ex vice premier e della sua partita per tornare a Palazzo Chigi dalla porta principale?

Il suo intervento al termine dell'adunata del “nuovo destracentro” ha detto molto. Innanzitutto che il Truce ha corretto il tiro. Le scorie della crisi agostana sono in gran parte eliminate: ovvero usa i suoi temi classici ma declinati in maniera “governativa”, sempre in modo popolare ma con un piglio meno truce. Si prenda l'immigrazione: ricorda la sua tesi ma senza eccessi, così come sulla fede, sul ruolo centrale della famiglia e sull'indipendenza da Parigi e Berlino.

Una Lega nazionale, sovranista e di piazza ma che, come emerge dal tono delle parole salviniane, si sforza di mostrare tattica prima che esuberanza, direzione prima che polemiche, costrutto prima che livore. 

Il suo “vinceremo tutte le regionali” sta a significare che Salvini ha compreso i suoi errori al governo, le capriole nell'alleanza anomala con il M5s, le giravolte strategiche e punta dritto al suo nemico Giuseppi. Lo cita alcune volte nel suo intervento, accanto a quel Pd, diventato tout court il partito delle tasse.

Il perché è presto detto. Le sue parole sono intrise di risvolti sociali. Si rivolge al piccolo commerciante in crisi di utili, all'imprenditore a cui è negato l'accesso al credito, al capofamiglia che non riesce a far quadrare il bilancio familiare, all'operaio di cui evidentemente la Cgil si è dimenticata. Il nuovo Salvini resta populista ma con meno pancia e con più citazioni, Einaudi e don Gnocchi su tutti.

E'come se le scottature dei comizi in spiaggia avessero insegnato nuove mosse al leader della Lega, che cita una solta volta i suoi alleati chiamandoli per nome ma non parla mai di centrodestra. E non è una sorpresa. Il centrodestra non c'è più. Come ha detto ieri un vecchio saggio della politica italiana, il Presidente della Fondazione Dc, Gianfranco Rotondi, oggi è stato il Predellino di Salvini. Ed è esattamente così.

Il pallottoliere tanto caro a Berlusconi, che il Cav porgeva al tempo a Mino Martinazzoli per fargli intendere chi avesse i voti, oggi è passato nelle mani di Salvini per certificare che, al netto di un lieve calo, la Lega è stabilmente il primo partito italiano.

 

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