La spada di Damocle del civismo sulla testa dei partiti


E'una risorsa solo se la si costruisce partendo dai territori e finendo nelle urne, non se lo si fa riciclando il peggio del panorama politico


di Francesco De Palo
Categoria: Editoriale
20/09/2019 alle ore 12:46



Parlando delle elezioni regionali in Umbria, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha chiesto un passo indietro al partiti (M5s e Pd) per mandare avanti il mondo del civismo.

Buona l'idea, ma al netto della sua costruzione programmatica prima che dell'esposizione di nomi e volti. Perché il civismo è una risorsa solo se la si concepisce partendo dai territori e finendo nelle urne, non se lo si fa riciclando il peggio del panorama politico (errore che fino ad oggi è stato sovente commesso).

La crisi politica estiva ha colpito le forze in modo diverso. Negli enti locali la Lega (che ha perso il Governo ma guadagna Regioni) ha fino ad oggi fatto il pieno e, in prospettiva, è lecito immaginare che farà risultato ancora. Per cui in questo momento il civismo o sarà in grado di offrire davvero un plus, oppure correrà il rischio di essere annacquato in mille promesse. Di contro Pd e M5s hanno sì guadagnato Chigi, ma senza certezze sulle Regioni: anche per questa ragione accelerano nel replicare l'alleanza nazionale su base locale (e non è detto che tutti la digeriscano).

Per cui uno dei modi per favorire una cultura civica e rafforzarla nell'immaginario collettivo dei cittadini, è quello di puntare sul localismo e sulla coerenza. Ovvero nomi forti nelle province che non abbiano cambiato cento partitini. La presentabilità di una storia o di una professione, il buon nome del candidato e la sua spendibilità tra parenti, amici e conclavi di voti sono ancora tre elementi oggettivi, sminuendo i quali non si ottiene l'effetto desiderato.

Saltellare di qua o di là è una tattica perdente nelle urne.

Poi c'è la base programmatica. L'idea del civismo parte dall'esterno e in antitesi all'iper centralismo romano, con cui poi rapportarsi dopo l'elezione. Un passaggio, valoriale e ideale, che va tenuto bene a mente prima di lanciarsi in proclami e potenziali nuove alleanze.

 

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