Petrolio saudita, attacchi e conti Usa: cosa c'è che non torna?


Mentre in Medio Oriente si è a un passo da una nuova guerra, Washington deve fare i conti con il deficit di bilancio


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
16/09/2019 alle ore 10:13



Il prezzo del petrolio saudita, dato fino a ieri prossimo ai 100 dollari al barile, resta invece ben al di sotto dei 65. Certo, non mancano le conseguenze economiche dopo gli attacchi ai pozzi sauditi Aramco, ma sarà forse necessario attendere le prossime 24 ore per capirne di più.

L'Iran ufficialmente dice di non esserne responsabile, il Presidente Usa Trump vuole un meeting con Teheran, Pompeo accusa la Repubblica islamica di "accuse cieche e infruttuose". Ma ora che Bolton è stato licenziato come calibreranno gli Usa la risposta?

Ecco il nodo. L'attacco saudita può presagire un conflitto più ampio, convergono molti analisti, segno che a quelle latitudini la situazione sta sfuggendo di mano, con un'escalation punitiva che sembrerebbe indispensabile. Ma il combinato disposto tra pressione militare e mancata ammissione di Teheran si adatta anche a una strategia per aumentare il potere contrattuale dell'Iran prima di possibili colloqui alle Nazioni Unite. Un passaggio significativo per decrittare mosse e contromosse su ampia scala.

Dall'altro versante dell'oceano, però, c'è un dato che non va sottovalutato e che potrebbe mescolarsi al caso saudita. La spesa pubblica americana è lievitata del 7%, portando il debito pubblico a stelle e strisce a 4,1 trilioni di dollari. Mancano le entrate fiscali che la politica trumpiana ha praticamente ridotto con l'auspicio che, tagliando le tasse ai grandi gruppi, essi avrebbero stimolato più investimenti. Una contingenza che non si sta verificando, contribuendo ad alzare la tensione sui conti Usa, in quanto le multinazionali statunitensi hanno rimpatriato i fondi detenuti all'estero ma hanno investito principalmente nel riacquisto delle loro azioni.

Il disavanzo fiscale degli Stati Uniti si è attestato a 1.067 trilioni di dollari, il livello più alto dal 2012 quando gli Stati Uniti stavano uscendo dall'ultima crisi finanziaria (Goldman 2008).

Va ricordato che il deficit di bilancio non può superare un terzo entro la fine dell'anno fiscale, ma secondo i calcoli della commissione per il bilancio federale, il deficit fiscale con l'attuale rapporto tra entrate e spesa pubblica avrà superato i 2 trilioni dollari entro il 2028.

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