La vera rivoluzione? La coerenza (che nessuno ha)


Politica, imprese, piazze e leaders: chi è senza peccato scagli la prima pietra


di Francesco De Palo
Categoria: Editoriale
14/09/2019 alle ore 10:04



Sembra che tutti in questo Paese abbiano dimenticato la storia degli ultimi trent'anni, svegliandosi ora come da un torpore di “non sapevo”. La nascita dei movimenti anti sistema, che si sono affermati con sfumature differenti nelle ultime due elezioni politiche, è dovuta principalmente ad un deficit di politica e ad un deficit di uomini nei settori nevralgici dell'Italia.

I mille problemi che attanagliano l'Italia non sono nati oggi: il debito pubblico che aumenta incessantemente ogni anno, i danni fatti dalla gestione allegra della Cassa del Mezzogiorno, la mancata riforma della giustizia amministrativa che allontana investitori stranieri, decine di leggi elettorali diverse che garantiscono instabilità & poltrone, imprese che non innovano, padri-padroni che fanno poi accordi con sindacati deboli e influenzabili, truffe milionarie all'erario pagate poi dai cittadini, professioni svilite e svuotate. E fermiamoci qui.

Per cui spiace sinceramente che manchi al dibattito attuale una voce che richiami tutti all'ordine. La rivoluzione vera, annunciata praticamente da ogni dove, non è quella della scatoletta di tonno ieri da aprire e oggi da conquistare, ma è da incorniciare in un concetto tanto semplice quanto complesso e scomodo. La coerenza.

Nessuno è tanto ingenuo da sperare in un nuovo Socrate, sia chiaro, il panorama è davvero modesto. Ma ricordare quella vicenda può essere utile: nel 399 a.C. il filosofo ateniese fu condannato a bere la cicuta ma non si sottrasse alla pena perché convinto che “è meglio subire un'ingiustizia piuttosto che commetterla..." e "la morte non è un male perché o è un sonno senza sogni, oppure dà la possibilità di visitare un mondo migliore..."

Il punto non è tanto se un Paese abbia bisogno o meno di eroi (anche se i buoni esempi servono agli sciami di capre che inseguono un capobastone), quanto di fare l'elogio di una virtù desueta e ormai lontana dai radar della modernità.

Indro Montanelli, maestro del giornalismo italiano, ebbe a scrivere: “L'unico incoraggiamento che posso dare ai giovani, e che regolarmente gli do, è questo: Battetevi sempre per le cose in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Una sola potete vincerne: quella che s'ingaggia ogni mattina, quando ci si fa la barba, davanti allo specchio. Se vi ci potete guardare senza arrossire, contentatevi”.

Ecco.

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