Qui Pd: perché si è scelto di non passare dalle urne


Con la crisi ormai alle spalle (o quasi), proviamo a capire il limite della strategia post Nazareno. E'trasformismo?


di Francesco De Palo
Categoria: Editoriale
30/08/2019 alle ore 10:23



Sta per nascere il Governo Conte bis e, a meno di clamorose sorprese legate al possibile voto contrario di una fronda di parlamentari grillini, l'Aula darà il suo assenso. In questo limbo temporale può essere utile, però, interrogarsi sulla strategia intrapresa dal Pd. A sinistra, soprattutto nei circoli intellettuali (e non nei capannelli dei parlamentari), sta sorgendo un dibattito di merito.

Ovvero se il Segretario Nicola Zingaretti abbia fatto bene a non imboccare la strada delle urne per mettersi alla prova, preferendo la più comoda (solo nel breve periodo, però) alleanza con il M5s. Una tesi che ha un suo fondamento soprattutto tra chi crede che l'operazione dem sia di mero trasformismo, più che di (legittima e pianemente legale) azione parlamentare così come garantisce la Costituzione.

Insomma, per una certa fetta di persone il Segretario, proprio per tracciare la definitiva cesura con il piglio del Nazareno (motivo per il quale è stato messo a capo del partito), avrebbe dovuto proseguire nella discontinuità e misurarsi nelle urne costruendo un progetto nuozo di zecca.

Progetto e sinistra, infatti, sono i due vocaboli scomparsi dalla dialettica degli ultimi giorni (e non solo in quelli), segno che forse Zingaretti e il suo maggiore suggeritore, Romano Prodi, hanno scelto di azzannare oggi l'uovo lasciando al forse la gallina di domani.

Ma attenzione ai tempi e ai semi da piantare. Anche il fu Pdl commise, con sfumature differenti, lo stesso errore. Una strutturazione completa che parta dalla base, dalle fondamenta e quindi da quel motu proprio che per certi versi ha permesso a Salvini (con scopa e paletta in mano) di prendere la Lega al 4% e portarla al 35%, è l'unica strada per legittimare strategie ed equilibri. Altre alchimie portano guai.

Il Pd sta in queste ore sfidando anche la sua storia, senza qui voler toccare i delicati fili dei conti pubblici o del possibile aumento dell'iva. Un ragionamento solo politico impone una disamina di mosse e contromosse che stanno registrando alcune critiche specifiche.

E allora se il Pd vorrà uscire rinforzato da questa esperienza governativa con quei grillini con cui, fino a ieri, erano in guerra aperta dovrà provvedere sin da oggi a costruire nuove policies. Non limitandosi alle trattative su caselle e controcaselle a cui stiamo assistendo.

 

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