Così Fina archivia l'era D'Alfonso tra i dem d'Abruzzo


Obiettivo recuperare territori e corpi intermedi per uscire dall'impasse


di Francesco De Palo
Categoria: Editoriale
21/07/2019 alle ore 18:44



Arroganza, autoreferenzialità, cambiamento. Sono i tre concetti su cui è basato il manifesto programmatico del neo segretario del Pd d'Abruzzo Michele Fina. Tre parole che si intrecciano con il recente passato del partito e che ovviamente non possono non coinvolgere il ras di ieri: l'ex governatore Luciano D'Alfonso, attualmente senatore dem.

Quando Fina mette l'accento su strategie, direttrici di marcia ed errori da evitare come la peste, apre di fatto nella mente di chi lo ascolta un capitolo dedicato al modus opeandi di ieri: la gestione del partito e della regione che ha prodotto la sconfitta dem alle regionali e alle europee.

I territori e i corpi intermedi in questi anni sono stati sacrificati sull'altare del decisionismo che non ha fruttato plus; sull'altare del protagonismo trasformatosi in alterigia; sull'altare dell'interventismo flebile, incapace di dare una sterzata all'Abruzzo; sull'altare di un modo di condurre la macchina regionale che ha spaccato cittadini e imprese da un lato, senza ottenere risultati tangibili dall'altro.

Lo dimostrano i numerosi dossier che vedono l'Abruzzo coinvolto in chiave purtroppo negativa: l'utilizzo dei fondi europei, le rete infrastrutturale deficitaria, la macchia nera di Rigopiano, il turismo che stenta a pareggiare il trend di altre regioni del sud e del centro Italia.

D'accordo, dirà qualuno, ma il centrodestra con Marsilio ha vinto anche grazie al trend di Matteo Salvini. Giusto e oggettivo. Ma per un momento si provi a scomporre il puzzle dem abruzzese per scartavetrare la prima patina di analisi politica, e scavare nei meandri del centronisinistra. Marsilio ha vinto con merito, ma nonostante il boom della Lega non va sottaciuto che l'esperimento civico di Legnini non è fallito, proprio perché in controtendenza rispetto all'universo D'Alfonso.

Fina, intellettuale e intelligente, ha puntato le sue fiches non a caso su quei tre temi: arroganza da debellare, perché il capo politico è come il capitano di una squadra; autoreferenzialità da trasformare in rilancio della comunità, perché senza territori e associazioni non si va da nessuna parte; cambiamento che è già in volti e idee.

Semplicemente perché è solo invertendo la rotta, in ottica dem, che si potrà sperare di raccogliere i cocci e riunire un mondo.

 

twitter@ImpaginatoTw