Gli errori di Bertinotti e della sinistra al cachemire (usato)


Sbagliato rifondare. Ciò che è morto, è morto e sepolto. Il passo successivo si chiama nuova sfida


di Francesco De Palo
Categoria: Editoriale
07/07/2019 alle ore 17:49



Ho fatto tanti errori. Penso che il termine “sinistra” andrebbe sospeso per un po’. Le parole di Fausto Bertinotti al Corriere della Sera Sette sono importanti per capire dove la sinistra (non solo italiana) ha perso la sua battaglia ideale. Troppo semplice individuare nella mancata gestione della globalizzazione la risposta a tutti i mali.

No, non è solo quella. Anche perché la globalizzazione è un fenomeno che ha caratterizzato tutti i continenti, e al netto del quale ad esempio Usa e Canada veleggiano con una disoccupazione bassissima e le nuove economie come Cina e India fanno numeri.

E allora dove sta il nodo? Nella strabica mescolanza che l'ex Presidente della Camera ha avuto con ruoli, dinamiche e scelte. Non c'entra solo il gusto per una cravatta di pregio (anche se usata, dice lui) o per un dipinto d'autore, ma l'oggettiva incapacità di guardare oltre il cortile di Montecitorio.

Quando osserva che “oggi la politica si è separata dalla dimensione sociale, legge solo l’elettore, ha smesso di leggere la costruzione d’umanità” certifica il proprio fallimento, non di altri. Che cosa ha costruito la sua sinistra che oggi chiede conto di un trend evidente da almeno quattro lustri? Che marchio ha impresso nella prefigurazione di scenari ed esigenze mutevoli quella rifondazione che è stata polvere e ricordi (oltre che ingovernabilità)?

Un grande errore è stato quello di voler rifondare. Ciò che è morto, è morto e sepolto. Il passo successivo si chiama nuova sfida e non aver voluto capire questo passaggio ha gettato le basi per non “aver saputo rinnovare le ragioni dei vinti ma giusti”.

Illudere giovani in cammino che oggi guardano a Greta come ad una leader e ieri anelavano all'ex sindacalista è stato un altro passaggio che ha condotto il Pd al renzismo (e il centrodestra a Toti). Bersani l'ha capito, Bertinotti no.

 

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