Casa Bianca 2020, il borsino dei democratici e la parata di The Donald


Uno sguardo sugli Usa, tra primarie dem e celebrazioni trumpiane del 4 luglio


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
07/07/2019 alle ore 17:23



Le disposizioni affidate a livello federale hanno portato via il potere ai genitori di scegliere dove mandare i propri figli a scuola? Il tema dei bus e delle scuole americane entra a gamba tesa nella campagna per le primarie dei democratici, dove l'ex vicepresidente Joe Biden sta iniziando a guardarsi le spalle dalla senatrice Kamala Harris, fresca “vincitrice” del primo dibattito tv a Miami.

La rianimazione da parte di Harris della questione degli autobus obbligatori è considerato un attacco di matrice repubblicana ai democratici, dicono i suoi detrattori. Ma le competenze federali “accompagnano” di fatto la scelta dei genitori di dove mandare a scuola i propri figli. Non l'Isis, dunque, né la Libia, la Siria o la Russia: sono l'istruzione e il welfare i temi che importano di più oggi agli elettori dem a stelle e strisce, anche perché alcuni esponenti democratici vorrebbero anche eliminare l'assicurazione sanitaria privata e fare affidamento su ciò che il governo riuscirà ad offrire in termini di assistenza (riprendendo l'assunto obamiano).

Per cui Harris punta intanto ad incunearsi nella vecchia sacca di gradimento di Biden, facendo leva sul proprio excursus di giudice, e poi a schierare un programma sì tarato sul sociale ma che non si trasformi in ideologia utopistica come quella del senatore Sanders.

Nel frattempo Donald Trump ha da gestire anche la questione dell'uranio arricchito in Iran, mescolato alla sua mai celata intenzione di proporre un piano per il Medio Oriente che si inserisca anche nella diatriba tra sciiti e sunniti.

I suoi critici lo stanno accusando di aver trasformato la celebrazione del 4 luglio in un "raduno politico". Ha convocato infatti caccia e carri armati prima del suo discorso dai gradini del Lincoln Memorial. "Questo è un altro passo che lo distingue dagli altri presidenti che abbiamo avuto, non importa quanto siano stati buoni o cattivi", ha detto Aaron David Miller, analista presso il Wilson Center di Washington, DC. Altri mettono l'accento sul suo personale narcisismo e la sua “sensibilità senza alcun riguardo per le istituzioni”.

Anche i candidati dem alle primarie lo hanno aspramente criticato, osservando che l'esibizione sa di autoritarismo, violando le regole federali che impediscono alle risorse pubbliche di essere impiegte per eventi politici. Ma poi i cittadini che guardano al bassissimo livello di disoccupazione lo votano comunque.

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