Quante scintille sull'asse Washington-Berlino


Nord Stream 2, diesel gate, truppe spostate in Polonia. Sicuri che Kramp-Karrembauer "capisca" Trump?


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
14/06/2019 alle ore 16:59



Ha detto che i tre leaders di Usa, Russia e Turchia non le piacciono molto, anche se poi gli affari si fanno eccome. Aggiungendo che hanno comunque favorito il gioco di sempre, ovvero divide et impera. Ma le parole della delfina di Angela Merkel, Annegret Kramp Karrembauer, numero uno della Cdu, non sembrano essere pronunciate nel momento giusto e con l'accento giusto.

In primis perché, essendo questo l'anno zero della Germania, occorre una fase analitica e non sloganistica: ovvero, alla politica tedesca che guarda al nuovo corso della Commissione Ue occorrerebbe una narrazione con alla base ragionamenti politici e geopolitici. In secondo luogo perché alla vigilia del G20 di Osaka in Giappone servirebbe una linea guida, più che un tentare di inserirsi nel dibattito.

In contrasto con il suo leader del partito, Annegret Kramp-Karrenbauer, non manca di sottolineare le differenze nella valutazione dei governi a Mosca, Ankara e Washington anche se poi ricorda la "stretta rete di valori, convinzioni, e struttura democratica" che esiste con gli Stati Uniti.

Ma l'asse tedesco-americano nell'ultimo biennio è stato interessato da una serie di novità significative, l'ultima delle quali riguarda lo spostamento di truppe Usa dalla Germania alla Polonia, come lo stesso Trump ha confermato ricevendo il presidente polacco Andrzej Duda a Washington.

Non verranno inviate truppe aggiuntive, aggiunge, mettendo però l'accento sul fatto che Berlino nel comparto difesa dovrebbe investire più risorse, chiedendo che salgano al 2% del pil.

Un altro punto critico è quello relativo al gasdotto Baltico Nord Stream 2, che dovrebbe condurre il gas dalla Russia alla Germania, sommato al caso diesel gate che inquieta ancora a Berlino.

Insomma, al momento Akk e Trump pare parlino due lingue differenti, forse anche perché la prima deve gestire anche la difficilissima fase interna legata al calo della Cdu da un lato e alla zavorra del testimone raccolto dalla Cancelliera dall'altro.

Quest'ultima, all'ultima curva della sua carriera politica, si dice possa chiudere in bellezza con la Presidenza dell'Ue succedendo a Juncker, se l'accordo su Manfred Weber non fosse trovato. Intanto a Berlino la Cdu non ha ancora imboccato la via del cambiamento, con il rischio che in casa gli elettori si orientino verso i Verdi e fuori casa gli alleati di ieri mutino aspetto e orizzonti.

 

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