Hanno scherzato. Colpa, si dirà della campagna elettorale. Sta di fatto che dopo settimane di tensioni, comunicati, fughe in avanti e stop&go, la maggioranza giallo-verde si ricompone ad urne europee (ed amministrative) chiuse in attesa delle nomine che contano e del rimpasto di governo (panacea per tutti i mali).
L'incontro fra i due vicepremier ha fruttato una nuova dichiarazione di intenti: il governo deve andare avanti, cerchiando in rosso due priorità, riavviare il dialogo con Ue (dopo la richiesta di procedura di infrazione che sarà valutata il prossimo 9 luglio dall'Ecofin) e ridurre le tasse. Lo si desume dalla nota diffusa al termine del vertice, perennemente rimandato per via dell'incompatibilità delle due agende: "Servono misure straordinarie e nessun aumento delle tasse per lo sviluppo dell’economia. I maggiori incassi dell’Irpef e dell’Iva quasi dell’8 per cento e la diminuzione della disoccupazione rispetto al 2018 nei primi quattro mesi di quest’anno ci dicono che siamo sulla buona strada".
Parole che arrivano a pochi giorni dal forte richiamo del premier Giuseppe Conte, che si era detto pronto al passo indietro e a rimettere il mandato al Colle i caso di ulteriori liti. Subito dopo ecco arrivare l’accordo sullo Sblocca cantieri che aveva aperto alla soluzione della questione trovata ieri (o forse programmata un anno fa).
Insomma, hanno scherzato e lunedì prossimo, al ritorno del premier dal viaggio in Vietnam, si faranno anche i nomi dei sostituiti: in pole position il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ma anche il ministro della Difesa Elisabetta Trenta sembra in bilico.
Chiuse tutte le polemiche? Secondo Matteo Salvini sì: “Il presidente Conte al suo rientro dal Vietnam troverà tutte le garanzie da lui richieste. Su alcuni temi c’è un’attenzione diversa rispetto a qualche settimana fa, anche in considerazione del voto popolare: sullo Sblocca cantieri, sulle infrastrutture, sull’Europa”.