Commissione Ue, chi la spunta tra Macron e Merkel?

Se in casa non va bene (e non va proprio bene) allora proviamo a vedere che aria tira fuori. E'un momento complesso per Emmanuel Macron e Angela Merkel, alle prese con le difficoltà delle rispettive politiche interne nei giorni in cui si decidono le future caselle dell'Ue. Da domenica sera si sono ufficialmente aperte le trattative per la futura governance, a cui l'Italia non prende praticamente parte.

Le ansie di Parigi e Berlino si riverberano nei modi di condurre questa partita. Nella cena di ieri sera infatti Macron ha puntato ad essere al centro dei giochi per il prossimo lustro. I nuovi equilibri politici fuori dai risultati delle urne si scontrano con le ambizioni dei due leaders. Le posizioni chiave sono, come noto, Presidenza della Commissione, Parlamento, Consiglio, BCE e Alto commissario agli esteri.

I rumors francesi sono certi, pur essendo il dato francofono importante, che non sia questo un cruccio per Macron. Difficile essere d'accordo: Vestager, Barnier e Timmermans sono nella terna che dovrà fruttare il nome giusto (verosmilmente entro il 21 giugno) con percezioni differenti ma accomunati da un humus preciso. Macron ha la spina Le Pen che punge nel fianco, consapevole che le prossime politiche saranno davvero complesse da vincere, anche perché i gillet gialli sono lì che attendono risposte.

Di contro Merkel, che dovrebbe ingoiare il boccone amaro della bocciatura per Weber, ha una fronda interna che si chiama Verdi (al 20%) a cui la sua delfina Annegret Kramp-Karrembauer neo leader dei popolari non ha opposto una forte resistenza (Cdu scesa al 28%). Per cui i fili sono lì ancora tutti da tirare, con la complessità di scelte che andranno a pesare sulle interlocuzioni di domani.

L'Ue è attesa da dossier strategici, del calibro di Huawei, Nord Stream 2, Siria&Libia. E presentarsi al cospetto di questi macro temi col vetsito sbagliato potrebbe essere un altro tragico errore, dopo quelli commessi nell'ultimo quinquennio.

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