Di nuovo una bomba ad Atene: ma la crisi (anche sociale) non era risolta?


Da successo della moneta unica a nuovo laboratorio della frattura tra elettori, politica e media


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
18/12/2018 alle ore 19:11

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La Grecia è uscita dalla crisi e “va tutto bene, madama la marchesa”. Però poi oltre al disagio sociale, più volte testimoniato da reportages e racconti di giornalisti che hanno il brutto vizio di fare domande e scrivere ciò che vedono, ecco la destabilizzazione legata all'estremismo, che poteva fare una strage. 

Due notti fa una bomba con 10 chili di esplosivo ha distrutto tre piani del palazzo ateniese che ospita l'emittete televisiva Skay. E'stata preceduta da una telefonata, che ha permesso di far evacuare giornalisti e tecnici che alle 2 del mattino erano ancora al lavoro.

Nessun ferito, ma danni all'edificio e la consapevolezza di un segnale inquietante, non nuovo nel paese, che si somma al libro-bomba indirizzato l'anno scorso all'ex premier Papademos che quest'ultimo aveva aperto mentre era in auto, ferendosi alle gambe.

I nuclei rivoluzionari di fuoco sono nel mirino degli investigatori. Si tratta di gruppi armati che in passato si sono caratterizzati per una feroce quanto oscura attività, condita da depistaggi, coperture anche politiche, sottovalutazioni mediatiche.

Nel mezzo una via crucis che non è nemmeno a metà del cammino per i dieci milioni di greci: lo dimostranno ancora una volta i numeri. Nello scorso mese di ottobre lo Stato non è riuscito a incassare tasse per 972 milioni di euro, toccando il dato complessivo di 8,8 miliardi dall'inizio dell'anno. Molte tasse sulle spalle di pochi, protestano sindacati e associazioni di consumatori, con il disagio che aumenta ogni giorno di più.

L'economia reale in Grecia è paralitica, con un recupero lentissimo per pmi, commercianti e nuclei familiari che si trovano ad affrontare tasse elevatissime, prezzi “milanesi” e stipendi bulgari. Solo la geopolitica legata alle grandi aziende, alle commesse militari e a livelli economici distanti da città e cittadini mostra un segno più. Che al momento se da un lato porta benefici alla Grecia, dall'altro non è percepito da braccia e gambe.

Gli Usa hanno ipotecato seriamente il paese, con una solida partnership legata al dossier idrocarburi che accompagna anche le nuove strategie militari: il Pentagono infatti ha individuato tre basi elleniche dove trasferire mezzi e uomini.

Forse uno scenario non gradito all'ala più estrema e rivoluzionaria ellenica, quella stessa che anni fa per intenderci simpatizzava per un giovane Alexis che col pugno alzato si imbarcò in un traghetto da Patrasso alla volta dell'Italia per prendere parte al G8 di Genova.

Altri tempi, altre promesse e altra Europa. Oggi il quadro è diverso e, piaccia o meno, è nuovamente nel mirino di contestatori violenti e politici inconcludenti.

 

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