Le scelte di Trump verso le mid term: Cina sì, Iran no


A pochi giorni dalle elezioni di metà mandato la Casa Bianca annuncia una svolta


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
03/11/2018 alle ore 11:04

Tag correlati: #impaginatoquotidiano#midterm#trump#usa

Cina sì, Iran no. Il presidente americano Donald Trump apre a Pechino a pochi giorni dalle elezioni di mid term previste per martedì 6 novembre. Annuncia altre sanzioni a Teheran e un accordo con la Cina sul commercio.

Il motivo? La presenza di intensi progressi per risolvere le differenze tra i due paesi, anche se non ha mancato di aggiungere una postilla velenosa: ovvero che comunque potrebbe ancora imporre più dazi ai prodotti cinesi.

E ha detto: "Abbiamo avuto ottime discussioni con la Cina, siamo molto più vicini a fare qualcosa. Ho parlato con il presidente Xi. Vogliono davvero fare un accordo. Penso che faremo un accordo con la Cina, e penso che sarà un accordo molto equo per tutti, ma sarà un buon affare per gli Stati Uniti".

A questo punto, e dopo le schermaglie degli ultimi mesi, una parola in più si potrà avere a fine novembre, in occasione del G20 argentino di Buenos Aires, quando si incontreranno a margine del vertice e definiranno i dettagli: se solo altre buone intenzioni oppure se svolta vera.

Più chiarezza invece è stata diffusa sull'altro versante caldo a stelle e strisce: quello iraniano, che tra le altre cose sta caratterizzando (di riflesso) anche altre partite come quella siriana.

Per quanto riguarda Teheran le sanzioni sono confermate in toto (le nuove scatteranno lunedì 5 novembre), ma la differenza risiede tutta nelle deroghe: India, Giappone, Corea del Sud e molto probabilmente anche l’Italia. Rientrano in quei Paesi a cui gli Stati Uniti consentiranno di continuare ad acquistare petrolio iraniano, anche se con specifiche limitazioni. Mancherebbe la Ue tra gli otto privilegiati, per cui su questo aspetto andrà valutata la posizione di Roma.

Il dato di questa doppia mossa, intanto, si focalizza sulle elezioni di mid term dove gli americani arrivano con in tasca un trend positivo alla voce welfare: il mercato del lavoro negli Usa registra altri progressi in un momento in cui, altrove, è protofanico invece uno sbandamento del mercato azionario sommato all'indebolimento della crescita.

Tutti fattori che non sembrano contagiare gli Stati Uniti i quali accusano uno slancio economico incredibile, come dimostrano i numeri di ottobre: presentano un più 250.000 posti di lavoro che si inseriscono nel record di crescita che dura da 97 mesi.

Numeri davvero significativi che avranno un peso nelle urne.

 

twitter@ImpaginatoTw