Ecco come riaccendere un sogno nei cuori abruzzesi. Parla Di Stefano


Il candidato alle regionali delle civiche lancia il suo manifesto: politico, infrastrutturale, valoriale e sociale


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
16/10/2018 alle ore 08:28

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Civismo, infrastrutture, elezioni e futuro tutto da scrivere. E'un Fabrizio Di Stefano a 360 gradi quello che affida alle colonne di Impaginato.it il suo manifesto per l'Abruzzo, come speaker in proiezione elezioni regionali del mondo civico. Ma non in chiave di sterile programma sloganistico, bensì provando a far ravvivare un sogno in cittadini, comunità e imprese delusi da anni di tagli di nastro e di promesse, 

Il civismo è il jolly che serve alla politica abruzzese?

Penso proprio di sì. Credo che in questo momento ci sia una grande distanza tra cittadini, elettori e partiti, in particolar modo col centrodestra. Il civismo può essere in grado di recuperare il rapporto con il territorio.

Come declinarlo, come affiancamento alla politica classica o come nuovo player ideale e valoriale?

Entrambe le cose, perché può essere sia una forma nuova in un momento in cui saltano molti schemi non solo in Italia ma anche in Europa, sia un affiancamento per coprire quegli spazi che i partiti non riescono più a coprire e a intercettare.

Ha da poco ascoltato il mondo della cultura: che istanze ha ricevuto?

Innanzitutto, la conferma di ciò che andiamo dicendo, e cioè l’apprezzamento da parte di tutti gli operatori indipendentemente dalla loro simpatia politica verso questa formula di ascolto e di confronto che hanno trovato nuova perché evidentemente i partiti non sono più abituati ai confronti con i vari mondi, in questo caso con il mondo della cultura. In secondo luogo, la conferma che il nostro progetto è gradito e apprezzato è il fatto che abbiamo messo alla base del suddetto piano un recupero dell’identità culturale dell’Abruzzo. Oltretutto, non abbiamo promesso mari e monti come spesso la politica fa ma abbiamo parlato con appropriata competenza di tematiche a loro assai care e conosciute.

Come ovviare alle difficoltà infrastrutturali dell'Abruzzo?

Noi abbiamo una problematicità infrastrutturale notevole, materiale e immateriale. Ci vuole un piano Marshall per la viabilità regionale ma al tempo stesso dobbiamo riavvicinare maggiormente l’Abruzzo al resto d’Italia e all’Europa e l’Europa all’Abruzzo. Ciò implica che l’infrastrutturazione dell’Abruzzo e tutte le forme di trasporto vadano riviste e potenziate. Come? Partendo dai porti, scoprendo le potenzialità di ogni singolo porto abruzzese ma al tempo stesso dando a noi stessi una prospettiva ben definita.

Porti e aeroporti...

Bisogna capire cosa fare per l’aeroporto d’Abruzzo, inteso come hub turistico, collegato meglio con i territori da cui può arrivare una grande domanda turistica, ad esempio dall’Est europeo e non solo. Abbiamo una ferrovia regionale utilizzata solo in chiave clientelare. Abbiamo l’obbligo di potenziarla per il trasporto di persone e di mezzi in particolare. È indispensabile accorciare le distanze ferroviarie, rivedere la politica degli investimenti a cominciare dalle autostrade e qui la necessità di mettere in sicurezza presto e bene anche ripensando alla stessa viabilità autostradale, ipotizzando anche percorsi più rapidi.

Sul ruolo futuro del porto di Ortona cosa proponete?

Il porto di Ortona è un grande porto non soltanto per la sua storia ma anche per la sua ubicazione. Ortona si trova a metà dell’asse adriatico a distanza da porti altrettanto importanti. Esso viene penalizzato dall’essere collocato sotto la direzione di Ancona e ancor di più dalla carenza di una serie di opere, tra cui il dragaggio e strutturazioni che permettano l’attracco ad Ortona di navi di grande catenaccio. Su questo occorre investire parte delle risorse pubbliche e avere la capacità di intercettare progettualità e proposte di privati che possano essere interessati a investire su un porto che ha una valenza multipla. È un grande porto commerciale, con gli opportuni dragaggi ancor di più e può essere un buon porto turistico, può essere attracco di navi da crociera e base di transito per il dirimpettaio porto di Trogir, in Croazia, che è a poca distanza da Medjugorie.

Più che il Pd crede sia stato D'Alfonso in quanto tale a segnare una cesura col territorio?

Credo che il Pd e D’Alfonso abbiano responsabilità in egual misura. È chiaro che il protagonista sia stato senza dubbio D’Alfonso ma i danni non possono essere attribuiti solo a lui ma anche all’altra faccia della medaglia.

 

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