È probabilmente il momento più importante per il gas naturale liquefatto (Gnl), da cinque anni a questa parte: da un lato le grandi oscillazioni tra domanda e offerta in eccesso, dall’altro il calo dei prezzi e l’affermazione definitiva del Gnl come combustibile per il trasporto marittimo. Gli ultimi due anni hanno registrato il consolidamento del settore in Asia, America del Nord e in particolare in Europa, con l’area scandinava più avanti sugli usi marittimi e quella mediterranea in quelli del trasporto terrestre, ma molto presto nel Mediterraneo navigheranno le grandi navi a Gnl da crociera e le portacontainer sulla rotta tra Suez e Gibilterra.
L’Italia è la vera start up del settore, con investimenti in corso, dichiarati dalle imprese e calcolati da Conferenza Gnl, passati dai 300 milioni di euro del 2017 ai circa 1.783 milioni di oggi, di cui: 132 milioni di euro per i depositi presso i rigassificatori e quelli costieri; 62 milioni per le stazioni di servizio Gnl, LCNG e i depositi presso industrie; 302 milioni per le reti isolate alimentate a Gnl; 243 milioni per i camion e le autocisterne a Gnl; 300 milioni per il maggior costo delle navi a Gnl costruite in cantieri italiani; 240 milioni per la mini liquefazione e la produzione di bioGnl; 64 milioni per l’acquisto del Gnl (tutto all’estero); 440 milioni per il maggior costo della costruzione delle navi da crociera e di quelle cisterna in cantieri non italiani.
PERCHE' GNL?
Le società di trasporto terrestre e gli armatori scelgono il Gnl, più che per i prezzi vantaggiosi rispetto a quelli dei prodotti petroliferi, per la sensibilità ambientale dell’opinione pubblica e dei propri clienti, ma anche per armonizzarsi agli accordi internazionali sulla riduzione delle emissioni climalteranti. Su questa strada anche la ricerca scientifica e tecnologica, che lavora per produrre “Gnl rinnovabile”: non solo Gnl di origine biologica, ma anche sintetico (power to gas: idrogeno da fonti rinnovabili elettriche miscelato con CO2 sottratta all’ambiente) e combinazioni di ossigeno e metano liquidi.
Il 2019 segna dunque inesorabilmente la data di definitiva affermazione del Gnl marittimo con l’arrivo delle prime grandi navi da crociera, rifornite mentre sono ferme all’ancora o accostate alle banchine portuali. Il trasporto marittimo emette circa 940 milioni di tonnellate di CO2 l’anno ed è responsabile di circa il 3 per cento delle emissioni globali di gas climalteranti. Tali emissioni aumenteranno in modo significativo se non si interviene rapidamente, considerato che i trasporti marittimi sono previsti in crescita in quasi tutti i settori, ad iniziare dalle crociere.
Secondo l’International Maritime Organization (Imo), agenzia dell’Onu che sovrintende alle attività marittime e decide la qualità dei combustibili, si potrebbe avere un aumento delle emissioni tra il 50 per cento e il 250 per cento entro il 2050, minando gli stessi obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi. Rispetto agli attuali combustibili marittimi il metano liquido abbatte del 15 per cento le emissioni di CO2, del 70 per cento quelle di ossidi di azoto, di oltre il 90 per cento le polveri sottili mentre sono a zero quelle degli ossidi di zolfo. Queste emissioni permettono alle navi a Gnl di navigare in tutti i mari del mondo e sostare in tutti i porti (dove i limiti emissivi sono più stringenti rispetto al mare aperto) rispettando i limiti stabiliti dall’Imo (soprattutto lo 0,5 per cento di tenore di zolfo dal prossimo 1 gennaio 2020).
TREND
Dall’inizio del decennio il gas naturale liquido è stato identificato come il miglior sostituto dei combustibili petroliferi e da allora sono entrate in servizio più di 150 imbarcazioni (25 nel solo 2018) che navigano regolarmente, soprattutto traghetti e navi per trasporti a corto raggio, ma anche petroliere. Non si tratta di grandissimi numeri se paragonati alle navi esistenti, ma la prospettiva cambia se si guardano le nuove costruzioni: considerando che nel 2018 sono stati effettuati 135 ordini tra navi cisterna, navi da crociera, porta container e altre tipologie, si noterà come il rapporto tra navi a Gnl e tradizionali stia crescendo molto velocemente.
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