Ecco come rilanceremo l'oncologia italiana: parla Blasi


Il neo presidente Cipomo: "Dialogo costante con istituzioni e associazioni, prevenzione e follow up"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
29/05/2019 alle ore 21:15



Si è concluso da poco a Lecce il 23° Congresso Nazionale di Cipomo (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri) che ha visto l'elezione di Livio Blasi, attuale Direttore Uoc (Oncologia Medica Ospedale Civico di Palermo) come nuovo presidente del Collegio Italiano dei Primari Oncologi. Ma quali sono gli obiettivi del suo incarico? Ecco il suo programma.

Quali le priorità del suo mandato? 

Tra le priorità del mio mandato c'è sicuramente quella di dare una continuità al Cipomo, naturalmente con dei cambiamenti che servono per implementare ciò che facciamo per le oncologie. Priorità è quella del rilancio dell'oncologia italiana. 

Quali politiche metterete in campo?

Innanzitutto la vicinanza e il dialogo costante con le istituzioni, le associazioni di categoria e le associazioni dei pazienti perché se lavoriamo di concerto tutti quanti sono convinta che si possano migliorare i nostri ospedali e la nostra attività, sempre rivolta al miglioramento degli outcome, di quelle che sono le aspettative della popolazione che si ammala di tumore. 

Come aiutare la prevenzione?

Sono un grande fautore su due aspetti diciamo di percorso della patologia neoplastica. Il primo è il momento della prevenzione e l'altro il momento del follow up. Si tratta di due antipodi perché prevenire determina una riduzione dei fattori che causano il cancro, dal fumo all'alimentazione alla sedentarietà, all'alcol. D'altrocanto, facendo una buona prevenzione, utilizzando e portando gli screening specialmente nelle regioni in cui le percentuali sono ancora basse, è possibile fare una diagnosi precoce. Noi sappiamo quanto questo sia importante lo screening almeno su tumore alla mammella, colon retto e cervice uterina perché individuando un tumore di piccole dimensione come ad esempio quello alla mammella sicuramente guariremo una determinata donna. 

Come procede il fundraising?

Questo è un argomento su cui non rispondo adesso perché l'ho inserito tra i punti di discussione che porterò al primo direttivo che si terrà dopo il 15 giugno. 

Che cosa si aspetta dalle istituzioni?

Ho avuto già contatti importanti con i membri del Parlamento italiano, felicissimi di poterci finalmente sedere a dei tavoli e fare una programmazione sanitaria importante. Lo stesso vale naturalmente spero anche per le istituzioni regionali perché il miglioramento di un ospedale, di un'oncologia passa attraverso la politica sanitaria regionale. Certo ci andiamo a scontrare con regioni dove abbiamo sicuramente una valenza economica forte, potente (principalmente del Nord) ma bisogna lavorare sull'economia delle regioni e in particolare quelle del Sud perché se si fa una riduzione degli sprechi si riduce la mobilità passiva. Questo chiederò ai nostri governanti. In fondo in Italia abbiamo 20 sanità, tante quante sono le regioni e questa cosa non va assolutamente bene. Il mio è un punto di vista sanitario perché l'accesso alle cure è differente dalla Lombardia alla Calabria e dalla Calabria alla Sicilia. A volte i pazienti siciliani vanno in Calabria a prendere un determinato farmaco perché là esiste il prontuario terapeutico regionale ed è veloce nell'inserire i nuovi farmaci. Tutte queste cose dovrebbero essere riviste per uniformare il prodotto finale che è quello di dare salute alla popolazione. 

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