Su Alitalia il quadro resta ancora ricco di incognite, mentre si avvicina la scadenza del 15 giugno per l’offerta d’acquisto da parte della cordata costruita intorno a Ferrovie dello Stato, con il Ministero dell’economia e delle finanze e Delta: le adesioni alla new company raggiungono il 60%. Per chiudere il cerchio serve un altro partner e si guarda ad Atlantia ma Luciano Benetton pur evidenziando come Aeroporti di Roma e Alitalia abbiano certamente interessi comuni, ha fatto sapere che con il governo non c'è stato nessun incontro, nessuna proposta, insomma niente di niente. Probabilmente il risultato delle elezioni del 26 maggio, con gli equilibri politici che ne deriveranno, potrà avere un impatto sull’operazione.
Ma ad oggi in questo clima di incertezza assoluta, è tornato forte su Alitalia l’interesse del gruppo di infrastrutture e costruzioni guidato da Carlo Toto che, secondo quanto pubblicato oggi da alcuni organi di stampa, avrebbe formulato una proposta al ministero dello sviluppo economico per partecipare alla cordata guidata dalle Ferrovie dello Stato, che da mesi è in cerca di soci visto che appunto ha adesioni pari solo al 60% del capitale dell’ipotizzata “Newco Nuova Alitalia”, su un capitale di 850-900 milioni di euro complessivi: il 30% di Fs, il 15% ciascuno di Delta Airlines e del ministero dell’economia.
Toto, affiancato dall’advisor Natixis, sarebbe disponibile a mettere sul piatto una cifra tra 300 e 400 milioni di euro, circa 200 dei quali derivanti dall’operazione conclusa negli Stati Uniti tra la controllata US Wind ed EDF Renewables North America per la cessione dei diritti di concessione e costruzione del più grande parco eolico offshore al mondo (2.500 MW).
Il gruppo attivo per lo più nelle costruzioni punta così ad assicurarsi una quota del 30% nel capitale della nuova Alitalia: se l’interesse appena manifestato prendesse corpo, si completerebbe la compagine azionaria necessaria a Fs per portare avanti l’offerta vincolante per la compagnia, con il vettore statunitense Delta e il ministero del tesoro.
Però tale ipotesi, pur trovando un certo gradimento ai piani alti del ministero dello sviluppo economico retto da Luigi Di Maio, ha suscitato forti riserve: innanzitutto in Fs, la società statale che conduce le operazioni per mettere in campo un’offerta vincolante per Alitalia. Nonostante non ci siano dichiarazioni ufficiali su Toto, il gruppo guidato da Gianfranco Battisti non ritiene Toto un partner adeguato e capace di sostenere l’impegno finanziario necessario. Il gruppo ha un fatturato di 398 milioni (nel 2017, ultimo bilancio disponibile) e i debiti finanziari netti (522,3 milioni) superano i ricavi.
Obiezioni a Toto sono venute anche da Delta, il partner industriale americano, una delle tre maggiori compagnie del mondo. In base agli accordi, Delta si riserva di dare l’approvazione una volta che sia completata la cordata di investitori e sia chiarita la governance, cioè i patti tra gli azionisti: se dovesse tirarsi indietro l’edificio della “Newco” crollerebbe come un castello di carte al primo alito di vento.
Infine ci sarebbe anche la contrarietà del gruppo Atlantia-Benetton, candidato con la controllata Aeroporti di Roma in particolare a entrare nell’assetto azionario della nuova Alitalia.
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