Nelle commissioni di concorso doveva essere nominato un magistrato, ma il Comune di Pescara non l’ha fatto. Non solo: il 24 aprile scorso, pochi giorni prima dell’inizio dei concorsi, la giunta ha abrogato l’articolo 17 del regolamento sulle selezioni pubbliche, proprio quello che prevedeva che il componente esterno delle commissioni dovesse essere individuato “prioritariamente tra i magistrati della giurisdizione amministrativa o contabile su indicazione dei rispettivi presidenti degli organi giurisdizionali di riferimento”. Prioritariamente.
E, sostenendo che c’erano delle incongruenze e che si sarebbe determinata un’incertezza interpretativa, in un batter d’occhio lo ha sostituito con un 17-bis molto più comodo: nessun obbligo di magistrati in commissione ma semplicemente la facoltà di scegliere i membri tra “esperti esterni all’amministrazione comunale, scelti tra dipendenti di altre amministrazioni pubbliche, delle magistrature amministrativa e contabile, di aziende pubbliche e private, docenti universitari, liberi professionisti” eccetera eccetera.
“Perchè? Chi meglio di un Magistrato puo’ garantire trasparenza e legalità? Perchè è stata eliminata questa opportunità, poi, prima dell’inizio del concorso – si chiede Renato Ranieri, esponente della Lega abruzzese – Sta di fatto che la Commissione comunque è stata nominata con delibera dirigenziale n. 618 del 12/04/2019, quindi doveva includere almeno un Magistrato ma composta sulla base del 17-bis deliberato successivamente, appunto il 24/04”.
Insomma, le commissioni dei concorsi sui quali ora ci sono tre esposti alla procura, sono state nominate quando era ancora in vigore il regolamento precedente che prevedeva l’obbligo di un magistrato in commissione. E invece, niente. Quindi revoca o annullamento subito, chiede Ranieri. “Una amministrazione seria e trasparente deve dimostrare ai tanti giovani, bravi e laureati, che sbagliano a non partecipare ai concorsi perché non ci credono, perché tanto è inutile, perché ci vuole la raccomandazione.
Dimostriamo che è finita l’era dei concorsi clientelari, che finalmente a vincere non sono sempre e solo i parenti, gli amici e i collaboratori politici e che il merito esiste ancora”.
E in effetti ci sono tante coincidenze, tanti nomi noti, fedelissimi dell’ex governatore Luciano D’Alfonso ma non solo. Oltre ai nomi già elencati nei precedenti articoli di Mapero’ (li trovate sotto, tra gli articoli correlati) ne spuntano altri, sempre vicini a Dalfy: c’è l’attuale presidente del circolo Pd di Lettomanoppello Luca Addario, l’assessore al sociale ed educatrice professionale Luciana Conte sempre in quota Pd lettese, e Sara Mancini. Tutti candidati consiglieri alle amministrative a Lettomanoppello col candidato sindaco Simone D’Alfonso.
Ma ancora: la seconda classificata al concorso per istruttore direttivo socio-culturale è Denia Di Giacomo, moglie di Vincenzo Evangelista funzionario tecnico comunale e assessore uscente di centrosinistra al Comune di Città S.Angelo. Il secondo classificato (e parliamo sempre di preselezioni) al concorso per istruttore informatico è Christian Travaglini, il marito di Pamela Cetrullo, attuale dipendente comunale e figlia di Ermanio Cetrullo, il proprietario del capannone venduto alla Asl, vicinissimo all’ex presidenteD’Alfonso.
Chiamiamole coincidenze, anche se appaiono più stranezze: al concorso interno per un posto da istruttore direttivo contabile, fanno domanda solo in due, Vito Di Milia, figlio di Vincenzo, un altro fedelissimo di Dalfy e Graziella Sebastiani, dipendente comunale. Solo due candidati.
All’esame scritto la Sebastiani non viene ammessa all’orale, quindi Di Miliaessendo l’unico rimasto, è già vincitore. In un altro concorso, quello da istruttore direttivo amministrativo, sempre due soli candidati, questa volta Antonio D’Alessandro anche lui vicino ai vertici del Comune, e la stessa Sebastiani. Che anche in questo caso fa seconda ma potrà sostenere la prova orale.
ps: tutte coincidenze, naturalmente.