Ok allaccordo tra Eni e Sonatrach per il rinnovo fino al 2027 (con due anni aggiuntivi opzionali) del contratto di fornitura per l’importazione del gas algerino in Italia, a cui si aggiunge anche l’intesa relativa al trasporto del gas tramite il gasdotto che attraversa il Mar Mediterraneo.
MATRIMONIO
Si tratta di un vero e proprio sposalizio che segna un altro passo fondamentale nel percorso di una partnership storica nella fornitura e trasporto del gas che risale a oltre 40 anni fa, e che include i grandi progetti legati ai gasdotti e decenni di forniture garantite all’Italia, valutando inoltre come l’accordo stipulato copra circa il 15% delle importazioni di gas nel nostro paese.
L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha espresso subito molta soddisfazione per gli accordi presi e per il livello di collaborazione strategica che si è raggiunto con Sonatrach, che va dal settore dell’esplorazione e produzione, al trasporto e commercializzazione del gas, alle rinnovabili.
Ma concretizzare l’obiettivo non è stato certo semplice e la preoccupazione era nell’aria: preoccupazione dettata dalle difficoltà del paese dove la situazione rimane tesa dopo le dimissioni dello storico presidente algerino Abdelaziz Bouteflika, a cui è succeduto il nuovo presidente della Repubblica ad interim Abdelkader Bensalah.
Le prossime elezioni sono previste per il 4 luglio ma nel frattempo sembra essere in atto una vera e propria rivoluzione ai vertici del paese: assieme alla dipartita di Bouteflika sono arrivate infatti anche le dimissioni di Abdelmoumene Ould Kaddour, numero uno dell’azienda energetica di Stato Sonatrach, cacciato dai militari e sostituito da Rachid Hachichi, capo del settore esplorazione e produzione della compagnia. Quest’ultimo comunque ha scelto la strada della continuità nel percorso di trasformazione di Sonatrach avviato da Ould Kaddour di proseguire le partnership con imprese straniere per incrementare la produzione e le esportazioni.
STRATEGIA
L’attenzione italiana per le questioni algerine è dettata appunto dalla forte dipendenza energetica che il nostro paese ha con il Maghreb: secondo il recente “Med & Italian Energy Report” sul settore dell’energia in Italia e nel Mediterraneo nato dalla collaborazione tra Srm (centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo) e l’Esl@Energy Center del dipartimento energia del Politecnico di Torino assieme al “Joint Research Center” della commissione europea e la fondazione Matching Energies, l’Italia soddisfa nel complesso il 28% dei suoi bisogni di gas attraverso il Transmed, il gasdotto che fornisce combustibile algerino fino al punto di contatto di Mazara del Vallo in Sicilia, e capace di trasportare fino a 30 miliardi di metri cubi l’anno.
L’Algeria difatti è fra i primi dieci paesi al mondo per produzione di gas naturale con un’estrazione stimata in 130 miliardi di metri cubi l’anno; il combustibile viene esportato lungo le coste da dove partono tre gasdotti (due verso la Spagna e uno verso la Sicilia) che inviano gas in Europa. Per un’Algeria che in sostanza risulta essere il terzo fornitore europeo e addirittura il secondo italiano di combustibile.
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