Secondo i dati pubblicati nell' “Indice di criminalità 2018” da “Il sole 24ore” Pescara è la provincia dove si commettono più reati: 13.469 quelli commessi per un 23esimo posto nella classifica generale. Ma ci sono delitti particolarmente odiosi, spesso nascosti nelle pieghe della vergogna, soffocati nella sofferenza e nel silenzio assordante di chi li subisce.
Si tratta di tutto ciò che offende le cosiddette “fasce deboli”, ossia le personalità più indifese, più fragili, meno capaci di reazioni efficaci e decise. Tra questi reati così odiosi rientrano i maltrattamenti in famiglia, per tali intendendosi tutte quelle condotte violente (verbalmente e fisicamente), minacciose, offensive, umilianti che hanno come destinatari inermi, la quasi totalità delle volte, moglie e figli.
Questi ultimi costretti ad assistere a scene inqualificabili, senza la possibilità di opporre alcuna efficace reazione, se non a costo di ulteriori e degradanti sottomissioni. Quando i conflitti sono, poi, reciproci ed il padre e la madre dimostrano una incapacità genitoriale evidente e pericolosa entrano in gioco il Tribunale per i Minorenni, i Servizi Sociali ed i Centri Clinici cui viene demandato un compito delicatissimo: quello di decidere se i figli possono o meno continuare a stare in famiglia o, piuttosto, se devono essere dati in affidamento o trattenuti presso strutture di accoglienza fino al compimento della maggiore età.
Anche in Abruzzo esistono realtà simili. Si contano sulla punta delle dita, ma esistono. Si tratta di Centri che si relazionano direttamente con il reparto di Neuropsichiatria infantile dell'Ospedale, con l'Autorità Giudiziaria alla quale devono fornire una terribile, ma inevitabile risposta: se i genitori sono in grado di meritare i propri figli.
Immagino che le valutazioni provengano da psicologi qualificati e coordinati da supervisori altrettanto preparati, i cui titoli e meriti giustifichino una così evidente sovraesposizione, al di fuori di logiche clientelari o nepotistiche. Immagino strutture e mezzi di supporto adeguati a sostenere un così delicato compito, in modo da tutelare e rafforzare, agli occhi di chi per la prima volta deve confrontarsi con queste realtà, la credibilità del Centro Clinico, il cui organigramma deve riflettere criteri di trasparenza e buon andamento.
Perché questi Centri ricevono finanziamenti direttamente dalla A.S.L. e, quindi, dalla Regione. E, quindi, da tutti gli abruzzesi che hanno tutto l'interesse e il diritto ad essere valutati da professionisti competenti e gratificati, anche economicamente.
Ecco, Io immagino tutto questo. E mi chiedo: anche a Pescara sarà così?
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