Vi spiego perché l'Italia non ha mai capito la Libia


Serraj e Haftar si odiano e si scannerebbero all'istante, secondo la logica del deserto di cui sopra, ma certamente ragionano


di Silvio Sarta
Categoria: Controvento
09/05/2019 alle ore 10:36



Nelle tende beduine delle mille tribù libiche vi sono due aperture, poste da sempre a riparo parziale dal ghibli, il vento secco e bollente del deserto che disegna occhi a fessura e menti guardinghe. Dalla prima apertura si entra, si mangia, in terra e con le mani secondo tradizione, cous cous con carne di montone e tutte le spezie possibili, poi si discute, ci si allea, si decide. Se tutto torna l'ospite esce dalla seconda apertura a patto siglato, viceversa, dopo il banchetto s'intende, esce da dove era entrato, ma non più in piedi.... 

L'Italia non ha mai capito la Libia. I Libici non hanno mai sopportato gli italiani. Le radici del non amore stanno nel colonialismo da dilettanti di troppi anni fa, lontano comunque anni luce dagli squali francesi e inglesi che girano incessanti in cerchio nel mare nero di petrolio. E qui sta l'eterno punto. Serraj e Haftar si odiano e si scannerebbero all'istante, secondo la logica del deserto di cui sopra, ma certamente ragionano. Sempre e comunque in termini di soldi. Il Tripolino Serraj campa e si arma coi soldi di Qatar e Turchia, con i quali paga i pretoriani di Misurata, che ciclicamente lo fanno sopravvivere; il ras della Cirenaica Haftar, gonfio dei petrodollari Sauditi e degli Emirati, ha mosso la campagna di Aprile alla conquista di Tripoli, che non cade perchè altri non vogliono.

I Francesi sono pronti a monetizzare, gli Americani restano presenti e in armi, invisibili soltanto ai ciechi, la Russia controlla e la Cina aspetta i businness della ricostruzione che verrà. L'Italia sta con uno e poi con l'altro dei duellanti di giornata, oggi ufficialmente con nessuno, aggrappandosi all'emergenza del popolo libico, cioè sommatoria confusa di tribù. E soprattutto paga, paga, paga sempre.

Per comprare la riduzione del flusso di migranti, per acquisire la benevola e inesistente collaborazione della guardia costiera. L'Italia paga per non ottenere, per non controllare, per esserci e non esserci. Gheddafi, che spazzò decine di migliaia di italiani dalla sera alla mattina (una generazione semplicemente rimossa), voleva soldi per un'autostrada nientemeno. Contano i pozzi. Stop. L'Italia aveva immaginato di radunare tutti a Palermo per la pace. Non venne nessuno e rise il mondo. Haftar si palesò quando i camerieri avevano già sparecchiato le tavole imbandite e concesse un mezzo sorriso da discoteca, per i fotografi ufficiali. Il governo gialloverde non è il peggiore dell'Italia dal dopoguerra in poi.

E' però sul tema il più ignorante in assoluto e sconta il peccato mortale di non voler studiare la politica estera, dalla quale invece tutto dipende. L'Italia insomma resta dentro quella tenda del deserto. Partecipa con incerto appetito al banchetto, non capisce gli sguardi obliqui dei padroni della sabbia e soprattutto non sa da quale apertura uscirà, se uscirà potendo restare in piedi.

 

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