Verso le Europee, D'Urbano: "Ecco come cambieremo l'Europa con FDI"


La candidata pescarese nella circoscrizione Sud ragiona su programmi e obiettivi


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
06/05/2019 alle ore 21:11



"Ecco come cambieremo l'Europa con FDI". Così Margherita D'Urbano, candidata pescarese nella circoscrizione Sud per Fratelli d'Italia che con Impaginato ragiona su programmi e obiettivi.

Il vostro modello di Europa non è quello di “burocrati e tecnocrati non eletti da alcuno che impone dall’alto le sue scelte ai popoli europei”. Come cambiare questa tendenza? 

Tutti quelli che in Europa decidono non sono scelti dai cittadini. Le istituzioni europee sono in mano a oscuri burocrati che decidono senza che nessuno gli abbia dato mandato di farlo. Vogliamo un' Europa dove tornino a contare le persone, attraverso gli stati nazionali che scelgono le persone, Stati nazionali che devono tornare al centro dell'Unione Europea. Ciò può avvenire con la creazione di una confederazione di stati sovrani, dove gli stati decidono autonomamente su tutte le questioni più vicine ai problemi dei cittadini e l'Europa insieme agli Stati si occupa solo delle grandi materie. Ad esempio, politica estera, difesa dei confini, politica di lotta all'integralismo e al terrorismo, politica della sicurezza, cosa che oggi l'Europa non fa. Solo in questo modo l’Europa può tornare a difendere diritti e doveri dei cittadini.

Quali politiche proponete riguardo l’immigrazione? 

Essendo le frontiere esterne europee uniche, vogliamo regole comuni, il che vuol dire, tutta l'Europa fuori dal Global Compact ONU che vuole favorire una immigrazione senza limiti. Controllo militare delle frontiere esterne e missione europea per impedire ai barconi di partire dal Nord Africa con un blocco navale al largo delle coste libiche e la costituzione di zone sicure in Nord Africa. Fdi ha già presentato in Parlamento una risoluzione per impegnare il Governo a chiedere in Europa una missione europea per istituire il blocco navale e gli hotspot in Nord Africa. Chi entra illegalmente va rimpatriato: rendere effettive le espulsioni con accordi di rimpatrio dei clandestini e niente fondi agli Stati che non collaborano. No allo "ius soli". Contrasto a ogni forma di neocolonialismo in Africa, vera causa di povertà e immigrazione. La previsione di quote di immigrazione regolare solo per le nazionalità che dimostrano di integrarsi e che non creano problemi di sicurezza e terrorismo.

E sulla ong?

Bene l'adozione del Governo della linea dura contro le ong: ma la soluzione non è chiudere i porti rischiando di mettere in pericolo vite umane, ma far entrare le navi, sequestrarle e denunciare l'equipaggio per tratta di esseri umani e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Accoglienza solo per i veri profughi, che sono il 12%, il restante 88% sono migranti economici. Chi entra in Italia non deve più essere considerato un rifugiato fino a prova contraria, visto che il reato di ingresso e soggiorno irregolare introdotto nel TU immigrazione con la legge n°94 del 15 Luglio 2009 "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica" è ancora esistente. Chi arriva clandestinamente va trattenuto in zone adeguate fino all'esame della domanda di asilo o al rimpatrio.

Per anni l’Europa ha portato avanti una politica di austerity. Quale alternativa a questa politica? 

Le politiche di austerità sono state un fallimento in Italia come in tutta l'Europa. Bisogna mettere fine a questa  deriva per un piano nazionale ed europeo di investimenti pubblici in infrastrutture, trasporti, reti digitali, ammodernamenti necessari che servono a far ripartire l'economia. E ancora, edilizia scolastica e messa in sicurezza del territorio. Quello che proponiamo è il taglio delle spese per investimenti dal computo dei parametri europei.

Come rendere più moderna l’Italia e anche l’Europa, facendo ripartire l’economia?

Derubricando a complementare la burocrazia, ora necessaria compagna di viaggio di ogni impresa economica. Velocizzando procedure e investendo fondi europei in una progettualità industriale di respiro strategico, che punti sugli asset del territorio; turismo, dove è possibile; densificazione infrastrutturale, dove necessario, per ridare slancio alle realtà industriali già esistenti.

Interporto e logistica. Che ruolo per l'Abruzzo di domani?

Serve porre al centro del dibattito politico la strategicità dell’Interporto D’Abruzzo. Occorre considerare la possibilità che sia il fulcro di una nuova piattaforma logistica. È naturalmente così: per posizione e per bacino di utenza. Ricordiamo che la Val Di Sangro è un importante distretto industriale della nazione. Occorre densificare le infrastrutture di collegamento, ferroviarie e stradali, e puntare su una realtà portuale regionale, da far crescere.

Sud e imprese: come creare occupazione e incentivare le assunzioni?

Investendo sui marchi a costo zero: turismo e prodotti tipici. Spendendo i fondi europei in vere progettualità di sviluppo (e qui ricordo che l’Abruzzo è fanalino di coda in Italia) intese a strutturare le ricchezze del territorio inserendole in un processo produttivo capace di portare occupazione stabile.

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