La senatrice del Pd, Stefania Pezzopane ha presentato un’interrogazione al Ministro della Giustizia per denunciare il sovraffollamento carcerario negli istituti di pena abruzzesi. Da quanto emerge dalle ultime statistiche riguardanti la situazione carceraria, infatti l'Italia continua a registrare una situazione anomala rispetto a tutti i Paesi europei: la media del sovraffollamento carcerario è del 106 per cento. In Abruzzo va addirittura peggio: è al 109,58 per cento, con circa 300 detenuti in eccesso rispetto alla capienza consentita. E nella regione l'organico della Polizia penitenziaria “registra un'assenza di personale pari al 13 per cento in meno rispetto all'organico previsto di 1.285 persone, e la maggior carenza di personale si registra tra i commissari ed i sovrintendenti, con un deficit che registra una carenza di unità pari alla metà” scrive nell’atto di sindacato ispettivo Pezzopane. Che insiste su un caso particolare, quello del carcere di Sulmona, dove nei giorni scorsi un medico di turno sarebbe stato aggredito con ferocia da un detenuto di origine pugliese, appartenente alla cosca mafiosa della Sacra corona unita.
“L'episodio sarebbe avvenuto all'interno dell'infermeria del carcere, durante una visita di routine dove, senza apparenti motivi, il detenuto si sarebbe scagliato contro il medico di guardia colpendolo, prima con una sedia e poi con calci e pugni, e solo grazie al pronto intervento di un assistente di Polizia penitenziaria sono state evitate conseguenze più gravi; nei giorni seguenti l'accaduto, il segretario territoriale della Uil penitenziari, a salvaguardia del diritto ad un lavoro quanto più possibile sicuro per il personale che presta servizio nelle carceri”. Una situazione estremamente difficile, su cui Pezzopane chiede al Guardasigilli, Andrea Orlando di intervenire. Con provvedimenti “per adeguare il personale di Polizia penitenziaria al numero dei detenuti ed alla specificità del supercarcere di Sulmona, che, come è noto, presenta un corposo numero di detenuti sottoposti al regime del 41-bis con detenuti facenti parte di pericolose cosche mafiose e camorriste”.