Il fatto è che non c'è alternativa. E perciò pentastellati e leghisti andranno avanti insieme. Inutile prefigurare scenari apocalittici: crisi, cambi di maggioranza, elezioni anticipate. È tutto ciarpame. Questa rubrica ne ha già scritto in tempi non sospetti. Non c'è alternativa possibile né praticabile all'orizzonte. Così come non c'è opposizione. Ci sarebbe, forse, solo il voto anticipato. Cosa alla quale Mattarella avrebbe pur pensato, anche per scacciare la possibilità che ad eleggere il suo successore al Colle possa essere questo Parlamento con questi numeri.
E tuttavia ci vorrebbe un "casus belli" oltre che l'accondiscendenza di deputati e senatori, notoriamente restii a perdere, prima della fine naturale della legislatura, status ed emolumenti. Ma chi, tra Luigino e Matteo, potrebbe arrischiarsi? Al di là degli strepiti e delle accuse reciproche, con cui si azzufferanno sino alle europee di fine mese, nessuno.
È persino ovvio che andranno avanti così. Il resto, ricostruzioni e retroscena compresi, è roba buona per dibattiti televisivi inutili (seppur a costo zero!) e fiumi d'inchiostro ancor più inutili (per riempire le pagine meno lette dei giornali!).
Di Maio e Salvini sanno che, quasi sempre, chi rompe paga. E non s'azzardano a varcare il limite. Anzi, come ogni volta, giunti sull'orlo fanno rapida retromarcia, sia l'uno sia l'altro.
Sanno perfettamente, inoltre, che un eventuale cambio di maggioranza esporrebbe entrambi a problemi e grattacapi ancor maggiori di quelli coi quali stanno convivendo adesso. Altro che Siri e Raggi, per dire.
Luigino potrebbe -nel caso- accordarsi solo col Pd, mentre Matteo dovrebbe riaprire le braccia al Cavaliere.
Il primo passerebbe quindi dalla "padella" leghista alla "brace" zingarettiana, con la certezza pressochè assoluta che alla prima curva la consistente pattuglia renziana lo manderebbe allegramente a sbattere. Il secondo, dopo un anno passato a rinforzarsi e gongolare, si dovrebbe riadattare agli asfissianti vertici di Arcore, quelli con Tajani, Ronzulli, Gianni Letta e tutto il cucuzzaro forzista residuo e trattare ogni virgola e ogni parentesi con loro e con i più che necessari "responsabili" asserragliati in Parlamento. Comunque lo si giri, un risultato letale per entrambi.
twitter@ImpaginatoTw