Abruzzo, D'Alfonso a Gentiloni (e Padoan): ecco il resoconto delle spese per gestione sisma e neve


Il catalogo, voce per voce, porta a quota 202 milioni fabbisogno finanziario provvisorio per terremoti 2016-2017 e maltempo. La regione: "emergenza affrontata con competenza e spirito di sacrificio"


di Ilaria Proietti
Categoria: ABRUZZO
05/08/2017 alle ore 19:43



Il conto dell’emergenza sisma in Abruzzo si ingrossa. Secondo gli ultimi dati del Centro operativo regionale (Cor) il fabbisogno finanziario stimato per gli eventi del 2016 e del 2017 è pari a oltre 202 milioni. A fare la parte del gigante i 66 milioni necessari per evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a cose e a persone di cui 45,9 milioni urgentissimi. Ma nel ‘conticino’ aggiornato alle previsioni al 30 ottobre prossimo, che la regione ha presentato non solo al Dipartimento della Protezione civile ma anche a Palazzo Chigi pochi giorni fa, compaiono anche una serie di altre voci di notevole entità. Come nel caso dei 36,5 milioni necessari per le soluzioni abitative di emergenza (Sae) a cui aggiungere altri 9,1 milioni di opere di urbanizzazione per le strutture modulari. E i 20 milioni che saranno complessivamente erogati a titolo di contributi di autonoma sistemazione, ulteriori 20,5 milioni sono invece necessari per le sistemazioni alternative attraverso l’acquisizione di immobili: le manifestazioni di interesse sono state 68, 4 per la provincia di Pescara, 13 per quella dell’Aquila, 51 per Teramo. In totale dal 2016 ad oggi le persone assistite in strutture ricettive o attraverso il contributo di autonoma sistemazione sono state 5488.

Nelle 18 voci del dossier presentato al premier Gentiloni e al ministro dell’Economia Piercarlo Padoan dai tecnici di Luciano D’Alfonso, anche quella relativa alle gestioni delle macerie. Che in Abruzzo e altrove sono una delle tante note dolenti: 20 milioni di euro è il costo per la loro gestione. Priorità alle macerie già a terra, circa 100 mila tonnellate tra le province di Teramo e L’Aquila. Nell’ambito del Piano macerie approvato dalla giunta regionale a fine giugno sono stati individuati due destinazioni, la Cava di Mozzano a Capitignano in provincia dell’Aquila e un sito di deposito nella zona industriale del comune di Montorio a Teramo. Poi ci sarà da portare via quelle prodotte dall’intensa attività di demolizione determinata dalle ordinanze di abbattimento ancora da eseguire.

Nel fabbisogno finanziario anche la voce sui costi di prima assistenza alla popolazione, 8,6 milioni di euro che tengono conto anche delle spese sostenute dai comuni del cratere per gli eccezionali fenomeni metereologici di quest’inverno. Oltre 8,4 milioni per interventi sulla viabilità della provincia di Teramo, mentre è di 4 milioni il conto per il noleggio e la movimentazione di materiali e mezzi. Il costo sostenuto per gli oneri per il volontariato liquidati dalla regione è pari a 2,1 milioni, mentre le spese del personale impegnato nell’emergenza sisma è quantificato in 1,6 milioni. Per il ricovero e la mungitura degli animali la spesa è pari a 1,2 milioni a cui aggiungere 560 mila euro per i moduli rurali emergenziali (Mapre). Di 800 mila euro il conto per la gestione delle tendopoli che sono state allestite ad un costo di altri 600 mila euro.

Per le scuole da campo spesi 700 mila euro, 350 mila per le strutture temporanee per attività economiche, per i container 200 mila. La gestione dei rifiuti pesa per 300 mila euro, 220 mila servono per garantire la piena operatività delle strutture della protezione civile della regione, 100 mila per i trasporti pubblici e privati. “I terremoti che hanno interessato l’Abruzzo hanno costituito un duro banco di prova per la regione e la Protezione civile, ma l’emergenza è stata affrontata con competenza e spirito di sacrificio” – si legge nel dossier presentato a Palazzo Chigi. Che dà anche conto degli interventi ad oggi richiesti per la fase della ricostruzione. Per quel che riguarda le scuole avviati interventi per 24,3 milioni per 98 edifici. Gli interventi che riguardano gli edifici pubblici sono invece 310 per 208 milioni, mentre sono stati finanziati interventi su 26 chieste per 5,1 milioni. Ma all’esito dei quasi 33 mila sopralluoghi effettuati dal 24 agosto 2016 sono risultati inagibili 3870 edifici privati, 208 edifici pubblici (tra municipi, caserme, strutture sanitarie e uffici delle diverse amministrazioni) 197 edifici scolastici, 367 luoghi di culto. Numeri che danno l’idea dello sforzo che sarà ancora necessario fare.