Alitalia, ecco come Di Maio vuole salvare la compagnia


Il 30% alla famiglia Toto, scrive Repubblica


di Emma Derossi
Categoria: ABRUZZO
26/04/2019 alle ore 17:18



Il 30% al gruppo Toto per salvare l’Alitalia, la nostra compagnia di bandiera. Questa l’idea del vicepremier Luigi Di Maio secondo quanto scrive Repubblica, che sta trattando proprio in questi giorni con l’imprenditore Riccardo Toto, già esponente della holding che in passato si era impegnata nel settore aerotrasporto. Un primo contatto c’era già stato a fine marzo nel corso di un viaggio del vicepremier a New York e Washington. Toto ha già avuto esperienze in passato con AirOne, poi confluita nell’Alitalia e con la New Livingstone, esperienza terminata nel 2014. Si tratta inoltre del concessionario dell’Autostrada abruzzese dei Parchi.

Per ciò che concerne la trattativa, Di Maio l’ha presa quasi come una questione personale, perdere la compagnia di bandiera rappresenterebbe un fallimento per il governo gialloverde, soprattutto a un mese dalle elezioni europee che avranno luogo il prossimo 26 maggio. Martedì prossimo, 30 aprile, la trattativa dovrebbe giungere a una conclusione. Se la trattativa dovesse andare in porto, il quadro che si andrebbe a paventare sarebbe il seguente: lo Stato sarebbe socio di riferimento, mantenendo il controllo.

Le Ferrovie acquisirebbero il 30% di Alitalia e il ministero del Tesoro il 15%. L’americana Delta prenderebbe un altro 15%. Resterebbe dunque un 40% da suddividere, in minima parte, con un Fondo italiano specializzato nel recupero di società in difficoltà mentre il resto sarebbe da assegnare alla famiglia Toto, sotto impegno finanziario che ammonterebbe a circa 250 milioni di euro. 
Stando così le cose si paventerebbe un ulteriore scenario, ossia la richiesta ai 3 commissari (Discepolo, Laghi e Paleari) una proroga di un mese per lanciare un’offerta formale e tentare così l’ennesimo salvataggio della compagnia. 
Coinvolgere Toto consentirebbe a Di Maio di allontanare l’ipotesi della holding Atlantia, il che sarebbe imbarazzante per i grillini dopo le discussioni avute sulla revoca delle concessioni autostradali sorte dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. 
Inoltre, riuscirebbe a mettere alle strette l’ad di Fs Battisti, sempre un po’ scettico su questo investimento. 
Oltretutto, nell’ultimo periodo, Toto è venuto in possesso di una certa liquidità dopo che la holding di famiglia ha ceduto alla società francese Edf la società UsWind negli Usa (che detiene il parco eolico più grande del mondo)  per 215 milioni di dollari.

ALITALIA

La storia dell’Alitalia è stata sempre molto travagliata. Si parte dal 1996 quando l’ex leader del centrosinistra italiano, Romano Prodi, riunì tanti piccoli risparmiatori sul mercato dando il 37% di Alitalia. La cosa non funzionò, tant’è che poi si susseguirono gli olandesi Kim e i francesi di Air France. Nella prima metà degli anni 2000 Berlusconi, una volta eletto al governo, fa capire a Air France che il nuovo Stato non gli sarebbe stato alleato e i francesi decidono di ritirarsi. 
Nel frattempo la situazione precipita, si viene a formare una cordata formata da Intesa Sanpaolo, Benetton, Riva, Ligresti, Marcegaglia e Caltagirone. Torna in pista Air France col 25% e arriva la Toto Holding che si ritrova poi azionista. 
Anche in questo caso, per via di operazioni con valutazioni incerte la situazione precipita nuovamente. 
Nel 2013 nuovo partner saranno le Poste e recentemente Etihad, ma le dimissioni dell’ad Cassano rimettono di nuovo tutto in discussione. Il piano di tagli non viene approvato, viene convocata un’amministrazione straordinaria. Nel frattempo tutti i potenziali acquisitori si defilano: Lufthansa, Delta, EasyJet, i cinesi. 
E adesso scendono in pista le Ferrovie dello Stato, le Poste, il Tesoro e Toto per l’ennesima ripartenza. 

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