Fare meglio di Svezia e Germania dove l’autostrada elettrica è già realtà: è l’arduo obiettivo del presidente di BreBeMi (la società di gestione della A35, Brescia-Bergamo-Milano) Franco Bettoni spiegato durante una visita in Germania per apprendere dall’esperienza dei tedeschi, puntando forte per il futuro su un’infrastruttura nostrana la cui energia sarà auto-prodotta con il fotovoltaico.
L’iniziativa vede la collaborazione con Assia, dove l’autostrada elettrica è entrata in funzione da dicembre scorso: è stata realizzata nell’arco di circa 18 mesi su 10 chilometri della A5, tra Francoforte e Darmstadt, una tratta dove il traffico merci rappresenta il 10% su un totale che si aggira intorno ai 130 mila veicoli al giorno. La sperimentazione durerà fino al 2022, dopodiché si deciderà se renderla definitiva ed estenderla ulteriormente (il governo federale ha dichiarato l’intenzione di elettrificare 4 mila chilometri di autostrade del Paese).
La Germania risulta così pioniera nella realizzazione di autostrade elettriche; questa prima eHighway di Siemens in Assia (A5) è stata finanziata dal ministero dell’ambiente tedesco: la tecnologia è composta da cavi sospesi ai quali si collegano i pantografi dei camion ibridi per la ricarica delle batterie, come avviene per alcune ferrovie. Sarà proprio Scania, che gongola e ci crede ciecamente, a fornire i camion per le prime prove, dopo avere vinto la gara d’appalto: 15 truck ibridi R450 per essere guidati nel traffico reale; il primo mezzo verrà consegnato a maggio e Scania si occuperà anche della manutenzione.
BreBeMi dunque si unisce alla sperimentazione tecnologica con la corsia dedicata ai Tir elettrici: si potrà realizzare la prima eHighway d’Italia che consentirà ai camion di viaggiare agganciati a una linea elettrica aerea. Una sorta di “filoTir”, l’equivalente dei filobus per il trasporto merci, che nella fattispecie saranno mezzi pesanti, con alimentazione ibrida e dotati di pantografi, prodotti appunto dalla Scania.
L’iniziativa prevede la sperimentazione dei primi 6 chilometri dell’autostrada (3 chilometri su ognuna delle due direzioni di marcia) che entreranno in funzione nel 2021, nel tratto compreso tra Romano Lombardo e Calcio. Per questo si è deciso di costituire una sorta di gemellaggio con Francoforte: per prendere spunto e “copiare” da chi ha già avviato un tale progetto e magari fare ancora meglio usando per far muovere i camion elettricità da fonti rinnovabili.
Per questa tappa iniziale si spenderanno intorno ai 15 milioni di euro, come sottolinea il presidente Brebemi, ma se venissero ottenuti i risultati sperati l’idea è di estendere l’elettrificazione su tutti i 62 chilometri della Brescia-Milano nell’arco dei prossimi 5 anni, con un investimento di circa 130 milioni di euro (intorno ai 2 milioni a chilometro). Dietro il grande progetto c’è un team d’eccezione, tra i cui componenti figurano il Politecnico, la Bocconi e l’Università Roma 3.
Un’ipotesi tanto grandiosa è normale desti entusiasmo e agiti le folle ma bisogna essere ben cauti e prudenti: il progetto è condivisibile in un territorio come quello lombardo ad alto tasso d’inquinamento, dunque ogni iniziativa riducente le emissioni è la benvenuta. Considerando inoltre che un quarto delle merci del Paese, circa 370 milioni di tonnellate l’anno, passa per la Lombardia, un’opera innovativa come l’elettrificazione della A35 può essere utile perché da un lato sostiene lo sviluppo del territorio e dall’altro al tempo stesso salvaguarda l’ambiente.
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