Ennesimo spiacevole episodio che vede nuovamente costretta Strada dei Parchi ad imperversare contro il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli sulla questione riguardante i lavori relativi ai viadotti per la messa in sicurezza di A24 e A25.
Il nuovo intoppo, come lamenta l’amministratore delegato di Strada dei Parchi Cesare Ramadori, starebbe nella richiesta da parte del dicastero in oggetto dell’applicazione di interessi speculativi esorbitanti, circa il 6% in luogo del solito tasso d’interesse legale aggiornato all’inflazione annua. Questa esosa pretesa è stata comunicata da Anas Spa su indicazioni del Ministero che sembrerebbe quindi intenzionato ad applicare sul valore delle rate posticipate (pari a 112 milioni di euro) un tasso d’interesse del 6% annuo anziché il tasso legale come stabilito dallo stesso Ministero delle Infrastrutture. Ciò risulta inaccettabile ed inspiegabile per Strada dei Parchi poiché graverebbero sulla collettività ulteriori 73 milioni di euro; inoltre si andrebbe contro a quanto successo nel 2017 dove, con identico valore e per finanziare parte degli interventi urgenti, il Governo permise di differire il pagamento di altre due rate Anas riconoscendo l’unica e sola applicazione di interessi basata sul tasso legale.
Per il ministro Toninelli arriva dunque un’altra grana da risolvere in fretta, prima dell’entrata in vigore delle tariffe 2019 e per evitare i relativi aumenti (ora “congelati”) dei pedaggi del 19%. Purtroppo ciò riportato rappresenta soltanto l’ultimo capitolo di quest’ormai infinito scontro che pone al centro il tema fondamentale della sicurezza dei viadotti delle autostrade A24 e A25.
Già nelle settimane precedenti si percepiva a chilometri di distanza il clima di tensione tra le due contendenti: la concessionaria Strada dei Parchi evidenziò la mancanza di copertura finanziaria, denunciando la scomparsa di una parte dei fondi previsti nel “decreto Genova”, tolti dall’Abruzzo e magari finiti in Liguria. Inoltre si poneva enfasi su come i lavori sulla A24 e A25 li avesse finanziati solo e soltanto il concessionario, restando ferme imponenti attività di messa in sicurezza, urgenti soprattutto sul piano antisismico.
Infine l’accusa al Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) circa allarmi insensati e inesistenti durati otto mesi, ribadendo non solo la sicurezza delle autostrade in condizioni di esercizio ma chiedendo che ci si esponga con una parola definitiva una volta per tutte in modo da sgombrare il campo dalla sequenza di allarmi e fake news sulla situazione dei viadotti.
Da qui la replica: dopo l'ennesimo sopralluogo sulle autostrade abruzzesi nella zona di Macchia Maiura di Bugnara proprio sotto il viadotto della A25, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli assicurò come i soldi per sistemare i viadotti delle autostrade A24 e A25 ci fossero ed escluse la necessità di un ulteriore decreto. Rispondendo poi all’attacco di aver creato allarmismo, affermò di andare avanti con le verifiche di sicurezza per evitare altri crolli come quelli del ponte di Genova.
Un botta e risposta che ormai dura da diversi mesi, senza aver fatto davvero chiarezza ai cittadini. Occorrerebbe meno superficialità: è un fatto grave definire “cavillo del Mef” l’effettiva mancanza di copertura finanziaria, con annessa scomparsa di una parte dei fondi previsti nel decreto Genova.
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