Alzano il tiro. Lo accusano di sparare nel mucchio. Di parlare a vanvera, di non indicare le opere sospette con nome e cognome. Anzi, vogliono querelarlo. Di più: chiedergli i danni. Insomma, è guerra aperta tra la sovrintendente Lucia Arbace e lo studioso Fabio Benzi, professore ordinario di Storia dell’Arte contemporanea all’Università d’Annunzio dove è stato anche presidente del Corso di laurea in Beni culturali, membro della commissione scientifica della Fondazione de Chirico e di quella dedicata a Mario Sironi, direttore della Fondazione Fausto Pirandello e già direttore artistico del Chiostro del Bramante a Roma.
La polemica, scoppiata con la lettera scritta da Benzi sulla mostra di Michetti a Francavilla, è riapparsa neppure troppo all’improvviso in consiglio comunale:
“Un cospicuo gruppo di opere che conosco da molti anni e che a mio parere non ha nulla a che fare col maestro abruzzese, uno dei maggiori artisti italiani dell’Ottocento – aveva scritto Benzi – sono esposte nella mostra inaugurata il primo giugno “Nella gioia del sole, Michetti e il Cenacolo di Francavilla” presso il museo Michetti, a cura di Lucia Arbace, direttrice del Polo museale d’Abruzzo”.
Un’accusa potente, soprattutto perchè quelle opere stavano (e forse stanno) per essere vendute a un ente pubblico (o almeno questo è il sospetto di Benzi) ma rispetto alla quale la Arbace ha sempre risposto che no, che quelle opere sono autentiche e che questa è una polemica sterile e strumentale. Salvo poi toglierle dalla mostra in tutta fretta, insieme ad altri quadri di collezionisti privati.
Professore, adesso vogliono trascinarla in tribunale: dicono che ha sparato nel mucchio.
“Ma come facevo a indicare con esattezza quali opere erano di dubbia provenienza se non esiste un catalogo della mostra – pensi che serietà -, se non sono neppure pubblicate. Se qualcuno è interessato ad approfondire mi consulti pure. Mi chiedono pareri da tutto il mondo, potrei darne anche in Abruzzo, dove peraltro insegno. Basterebbe un colpo di telefono, ma nessuno me l’ha fatto”.
Però lei ha visionato altre opere che sono state poi esposte nella mostra di Francavilla.
“Sì, sono stato consultato ma per una sola opera inedita, prima dell’apertura della mostra. Mentre sono stato tenuto all’oscuro di tutte le altre opere poi esposte. Insisto: sarebbe bastato chiedere, avrei risposto come ho fatto per l’opera inedita”.
Lei ha il sospetto, così ha detto, che le opere stiano per essere vendute a un ente pubblico.
“Così mi è stato rivelato tempo fa. Adesso mi accusano di non aver indicato con esattezza le opere sospette: ma questo è nascondersi dietro a un dito”.
ps: Benzi, uno dei massimi conoscitori della pittura di Francesco Paolo Michetti, sta curando il catalogo generale delle opere dell’artista. Tanto per dire.