Perdere la Gardini per acquistare la Pivetti. Comunque la si giri FI è finita e Berlusconi lo sa

Perdere la Gardini e acquistare la Pivetti. Comunque le si consideri, non un gran risultato né un grande affare.Perché non può essere la riproposizione del già visto (vero Angelino Alfano?) il propellente per il successo. Ma solo l’estremo, inutile tentativo di ritardare una fine già scritta.

L’amara verità oramai la sanno bene anche ad Arcore. A prescindere dalle Carfagna o dalle Gelmini, Forza Italia non esiste più, è evaporata. Ancor prima delle elezioni europee e a prescindere dal risultato che otterrà. Non ha presente né futuro. Anzi, ora sappiamo pure che, nella circoscrizione Centro, quella della Capitale, non avrà nemmeno la faccia ritoccata e ringiovanita di vent’anni di Silvio Berlusconi ma, solo quella tondeggiante e titubante di Antonio Tajani.

Un fatto che sta già mandando ai matti tutti i vari Giacomoni locali che, pur non essendo geni della politica, intuiscono che affidare la guida della lista europea all’ex monarchico ciociaro approdato alla corte di Arcore, equivale ad alzare bandiera bianca. Non solo col perfido Salvini, ma anche con la Meloni.

Perdere la Gardini e acquistare la Pivetti non è un grande affare, soprattutto se delle strombazzate candidature di “qualità’” non se ne vede neppure l’ombra. Perché mai, del resto, questa armata brancaleone dovrebbe attirare a se il meglio della società produttiva, non lo si capisce. E infatti non ne trovano di candidature di grido, manco a pagarle.

Il che rimanda dritti dritti al malumore e all’indisponibilità di Berlusconi che perciò diserta il vertice del partito a palazzo Grazioli e manifesta (in privato) tutto il disappunto per l’incapacità dei suoi “consigliori” politici. Un segnale, forse. Vedremo lunedì sera.

Che ci stia ripensando e lasci andare alla deriva, ma stavolta senza di lui, quella bagnarola che è diventata Fi non è ancora del tutto da da escludere. Sarebbe, anzi l’ennesima (ultima?) geniale intuizione. Ciò che si può già escludere è il futuro di quella che è stata la sua creatura politica.

Un pezzo andrà con Salvini. Qualche brandello con la Meloni. Il resto se lo papperà Matteo Renzi col suo nuovo contenitore centrista che nascerà dopo le europee.

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